di Alberto Greco
"Non fateci del male, giù le mani dal biomedicale!". Oppure: "La Bellco non è vostra, la Bellco è casa nostra".
Queste le parole gridate ieri mattina al corteo che per un’ora ha sfilato lungo il viale della Circonvallazione di Mirandola in segno di protesta per gli annunciati esuberi che, da qualche giorno, pendono come una affilata "spada di Damocle" su 350 lavoratori e lavoratrici, diretti e somministrati, di Mozarc Medical – Bellco. Quasi duemila le persone scese in strada: insieme ai dipendenti, anche i loro tanti famigliari, i sindacati e i rappresentanti istituzionali, giunti anche dal vicino mantovano, che hanno scelto di testimoniare la propria solidarietà.
"Ho iniziato qui a suo tempo – dice Carlo Poletti, un giovane trentatreenne di San Felice - pieno di entusiasmo e con molte speranze perché Mozarc Medical erede di Bellco è una azienda attiva sul territorio da tanti anni e dunque mi aspettavo di poter raggiungere più facilmente una stabilità lavorativa. Sono riuscito dopo molti anni di fatica ad avere finalmente il posto fisso e proprio grazie a questo pensavo di avere raggiunto la tranquillità. Quanto è successo non ce lo aspettavamo".
"Lavoro in Bellco da 11 anni – racconta Catia Braga – e la nostra era una famiglia grandissima. Dobbiamo continuare a esserlo. Le multinazionali non devono credere di venire qui da noi a portarci via quello che noi abbiamo costruito dopo tanti anni, tanti sacrifici". "La mobilitazione c’è stata – aggiunge Alfonso D’Avino di Sermide (Mn), in Bellco da 18 anni – ma non sono tanto fiducioso su come andrà a finire. Spero di mantenere il posto". I timori dei lavoratori sono confermati anche dai sindacalisti, nonostante i tavoli convocati per il 26 giugno, quello regionale di salvaguardia sulla vertenza Mozarc Medical – Bellco, con invito esteso ai vertici della società, a Confindustria Emilia Centro, ai rappresentanti dei lavoratori, ai sindacati Confederali dell’Emilia-Romagna e di categoria e agli enti locali, e per il 9 luglio quello nazionale, fissato dal Mimit.
"Ci è stato concesso il tavolo al ministero per il 9 luglio – spiega Claudio Mattiello, segretario Cisl per la zona di Mirandola e Carpi – ma è chiaro che da qui al 9 luglio bisogna lavorare col tavolo regionale per arrivarci con una possibile soluzione. Per noi ovviamente i posti di lavoro non devono essere toccati. Non si può accettare che una azienda dall’oggi al domani interrompe l’attività produttiva mettendo in strada 350 persone. E inaccettabile e vergognoso, per cui andremo avanti con la nostra lotta".
"Sono in Bellco da 8 anni. La situazione – ribadisce Alisa Gociorba – è abbastanza pesante. La convocazione dei tavoli è ancora poco serve arrivare più lontano, la nostra voce deve arrivare in America". "Non ci aspettavamo una decisione tanto drastica – si unisce alla voce della collega Virginia Vigorito in Bellco da 10 anni – e speriamo di ricavare qualcosa. Ci fa piacere che i tavoli siano stati convocati in così breve tempo". E lunedì al presidio, alle 11.30, è atteso l’arrivo del presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia insieme al Prefetto Alessandra Camporota.