GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Covid Modena: "Riabilitazione negata, devo chiudere"

Barbara Montorsi, personal trainer di Formigine: "Nel mio studio ricevo una persona alla volta e sanifico tutto: perché mi hanno stoppata?"

Barbara Montorsi, personal trainer di Formigine

Formigine (Modena), 23 novembre 2020 - "Non trovo giusto che il mio studio venga equiparato a una palestra. Io lavoro individualmente, un cliente alla volta, e tra uno e l’altro sanifico l’ambiente". Barbara Montorsi è una personal trainer di Formigine. Il suo codice Ateco, nel disciplinare di contrasto al Coronavirus, non figura fra le attività consentite: è costretta quindi a tenere chiuso ormai dal 25 ottobre. Un problema non da poco per chi come lei ha la partita iva.

Bollettino Covid: i dati Coronavirus 22 novembre in Emilia Romagna - Vaccino Covid: Emilia Romagna in prima linea. "Test a dicembre"

"A differenza delle palestre – racconta Montorsi – io ricevo i clienti su appuntamento, uno alla volta, in orari precisi, per cui non ci sono momenti di attesa, né mai contatti tra un cliente e l’altro. Anzi, ogni volta sanifico completamente l’ambiente attraverso un impianto che ho comprato a mie spese, non so quanti l’abbiano fatto. Oggi un’estetista può lavorare così come una parrucchiera perché ricevono i clienti solo su appuntamento. Perché io invece devo tenere chiuso? Non capisco come mai non possa riprendere la mia attività visto che nel mio caso è assolutamente possibile rispettare le condizioni di sicurezza previste dalle norme anti-covid".

Tra l’altro a categorie assimilabili come osteopati e fisioterapisti è consentito svolgere almeno una parte del loro lavoro (posturale e di rieducazione) che "anch’io esercito nel mio studio per il benessere della schiena e non solo". In molti le hanno consigliato di proseguire il lavoro online, "ma nel mio caso non è semplice perché mancano le attrezzature specifiche e gli spazi non sono ottimali per svolgere l’attività in sicurezza. Nonostante questo cerco di mantenermi comunque in contatto con i miei clienti".

La personal trainer si è rivolta al sindaco e all’assessore allo Sport di Formigine per capire come fare, "ma non sapevano come potermi aiutare. Ho scritto allora al presidente Bonaccini e al ministro Spadafora spiegando che nel mio studio mi occupo di persone con patologie molto delicate che necessitano di un’attività sportiva costante e guidata". Montorsi infatti specifica che "io lavoro da una ventina d’anni e ormai da 15 anni a questa parte non esiste solo l’attività fisica per aumentare la massa muscolare o essere più tonici, come comunemente si crede quando si parla di personal trainer, ma per il 50 per cento io lavoro con pazienti che hanno malattie come il morbo di Parkinson, cardiopatici, malati oncologici, che in questo momento non potendo frequentare non sanno come fare perché per loro vuol dire rompere uno schema, un’abitudinarietà preziosa".