GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Covid, ieri il giorno del ricordo. Alda Reggiani, prima vaccinata: "Prendiamoci cura dei più fragili"

È stata la coordinatrice del Drive-Trough per i tamponi e poi del punto iniezioni a Baggiovara. Biagioni (Terapia intensiva Policlinico): "Collaborare a tutti i livelli diventa cruciale in casi come questi"

VIZZOLO - ARCHIVIO - OSPEDALE - VACCINI COVID - FOTO CANALI/ANSA - PER REDAZIONE SUD MILANO/METROPOLI - PINCIONI/CANGEMI

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Modena, 19 marzo 2025 – Sperando di non dover più affrontare una pandemia, abbiamo imparato da questa esperienza la necessità della prevenzione e l’adesione alle campagna vaccinali. Collaborare a tutti i livelli, dentro e fuori la sanità, diventa cruciale per fronteggiare queste emergenze". Sono le riflessioni in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19 (istituita con una legge del Senato in ricordo del 18 marzo 2020, giorno in cui i camion dell’esercito portavano via da Bergamo centinaia di bare con morti destinati alla cremazione) della dottoressa Emanuela Biagioni, medico della Terapia Intensiva Polivalente del Policlinico di Modena, e di Calogero Di Francesco, coordinatore infermieristico della Medicina Interna d’Urgenza dell’Ospedale Civile di Baggiovara. "Cinque anni dopo l’emergenza Covid, possiamo riflettere sull’impatto duraturo che ha avuto sulla popolazione mondiale e, in particolare, sugli operatori sanitari". Per molti infermieri, "l’esperienza è stata intensa e complessa. Hanno scoperto una forza interiore nei turni estenuanti, affrontando la paura del contagio con determinazione". Un aspetto fondamentale emerso durante questa crisi è stata l’importanza del lavoro di squadra. "La consapevolezza di lavorare in gruppo – rileva Di Francesco – ha fatto la differenza e rimane un valore aggiunto nel contesto professionale attuale". Tutti ricordiamo quanto sia stato significativo il Covid nelle nostre vite, "specialmente per le famiglie che hanno perso i loro cari", aggiunge la dottoressa Biagioni. "La situazione è stata gravissima, con pazienti che affollavano le strutture sanitarie e la necessità di acquisire rapidamente risorse, come ventilatori e dispositivi di protezione: in tanti sono finiti nelle terapie intensive. Nonostante la grave mortalità, abbiamo assistito a una grande collaborazione tra specialisti e grazie al potenziamento delle cure, all’evoluzione della malattia che è circolata molto, alla campagna vaccinale, siamo riusciti a far sì che questa malattia venisse derubricata a endemia".

Oggi il Covid "è stato classificato come una endemia con un andamento stagionale, portando a una mortalità inferiore grazie ai miglioramenti nelle cure, all’evoluzione della malattia e alle campagne vaccinali". Tuttavia, pur sperando di non dover affrontare una nuova pandemia, "abbiamo appreso l’importanza della prevenzione e la responsabilità di tutti nell’aderire alle campagne vaccinali. Collaborare, dentro e fuori la sanità, è oggi più cruciale che mai".

Commosse anche le considerazioni di Alda Reggiani, infermiera coordinatrice delle Case della Comunità di Modena. All’epoca del Covid è stata la coordinatrice del primo Drive-through per i tamponi e, successivamente, del primo punto vaccinale a Baggiovara , oltre a essere stata la prima modenese a essere vaccinata contro il Covid: "La pandemia – ricorda - ci ha legato e ci ha diviso. Dobbiamo tornare, operatori sanitari e cittadini, a rivederci di nuovo come comunità, a lavorare, a essere protagonisti dell’assistenza di prossimità e domiciliare, che sono i sistemi che pagano di più in termini di accuratezza e puntualità nel servizio. La pandemia ci ha insegnato a prenderci cura e a prestare attenzione ai bisogni di chi più ha necessità".

g.a.