San Felice (Modena), 10 gennaio 2019 - A lezione di lingua araba e di Islam all’interno della scuola pubblica italiana. Da domenica 13 gennaio apre la prima madrasa in una scuola elementare. Succede a San Felice, nel cuore della Bassa modenese colpita dal sisma del 2012 e dove tre anni dopo l’emiro del Qatar ha finanziato una delle cinque moschee aperte sul suolo nazionale. Anche quella volta, come oggi, non mancarono le polemiche sul fatto che la Regione elargì il contributo per il ‘Centro culturale islamico’ a tempo di record, e ancor prima che per chiese e monumenti.
AGGIORNAMENTO Slitta la prima lezione
Questa volta il dito è puntato sul Consiglio d’Istituto, promotore dell’iniziativa «nata per consentire agli scolaretti di terza generazione, digiuni di Islam, perché nati in Italia o arrivati in tenera età, di apprendere lingua, storia e religione islamica». Composto di 19 membri, tra cui la dirigente scolastica Maria Paola Maini, insegnanti, genitori, personale Ata, il Consiglio ha deliberato a maggioranza con tre soli voti contrari nella seduta del 7 gennaio scorso.
Settimana lunga per duecento bambini, di età compresa tra i 6 e i 14 anni, figli di genitori extracomunitari che la domenica, dalle 9 alle 12,30, saranno sui banchi di scuola per imparare l’arabo e il Corano, attività teatrali, giochi e laboratori didattici. A gestire le ore di insegnamento saranno i volontari dell’associazione ‘La Pace’, costituita da immigrati magrebini, i quali, hanno già fatto sapere, viste le tante proteste dei genitori italiani, che si prenderanno cura anche della pulizia dei locali. Le lezioni domenicali sono aperte anche ai bambini italiani, ma la risposta di mamme e papà non si è fatta attendere: «I nostri figli vanno alla santa messa e al catechismo».
«Basta fare sciacallaggio e futili polemiche: non sono corsi di indottrinamento. La scuola ha fatto quello che era giusto fare, San Felice sia un esempio di integrazione per l’Italia intera», commenta Francesco Masotina, presidente del Consiglio d’Istituto, un passato di militanza nel M5Stelle, concluso «perché avevo il difetto di dire come la pensavo e davo fastidio». Questa volta, però, il fastidio è politico e sociale.
Sdegno e indignazione arrivano, infatti, non solo dai cittadini modenesi, ma a livello nazionale da Lega e centro destra. «Rimaniamo basiti dalla decisione del Consiglio di istituto», dichiara il vicepresidente dei deputati di FdI Tommaso Foti, che ha presentato una interrogazione al Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti chiedendo l’immediata sospensione di «questa folle iniziativa». «L’integrazione e l’accoglienza – sottolinea l’onorevole Foti – sono principi importanti, ma chi arriva in Italia e qui vuole rimanere deve essere disponibile a recepire quelle che sono le nostre tradizioni, la nostra cultura, la nostra lingua». Di ‘folle iniziativa’ parlano anche numerosi genitori. «Si adottano due pesi e due misure, perché per la festa annuale della scuola la burocrazia è degna di un evento nazionale, il tutto motivato da stringenti misure di sicurezza, per la scuola coranica, invece – dichiara la rappresentante di classe Miriam Ferraresi – tutte le porte si aprono».