Modena, 24 maggio 2002 - La sensazione, in alcune vie del centro st orico, venerdì sera era quella che non fosse mai successo niente; che il virus fosse stato soltanto un L ontano ricordo. Il primo vero venerdì di movida modenese ha fatto riscontrare non poche criticità a discapito della salute pubblica: passando ad esempio in via Farini risultava difficile, in alcuni punti, non ‘sbattere’ contro altre persone nonostante l’accorato appello al distanziamento sociale. Infatti, proprio in quella zona le sanzioni sono scattate nei confronti di alcuni esercenti.
Come annunciato, infatti, con il coordinamento della divisione della polizia amministrativa venerdì sono stati numerosi i controlli anti contagio messi in atto nel cuore della città da parte di tutte le forze dell’ordine. Lo scopo era proprio quello di garantire che la serata del venerdì del primo fine settimana dopo l’allentamento del lockdown si svolgesse nel rispetto delle misure del distanziamento sociale e che la cosiddetta movida venisse vissuta senza preoccupazioni dai giovani e dalle famiglie che hanno affollato il centro storico, complici anche le temperature miti. Attraversando il centro era facile incappare infatti in pattuglie di carabinieri, finanza e municipale che hanno controllato, anche in borghese, i locali maggiormente frequentati. Come detto l’afflusso è stato importante e, anche per il timore che ancora vive in noi, nella maggior parte dei casi si osservavano gruppetti di persone con le mascherine indossate, attenti alle distanze o tavoli separati tra loro come da normativa. Tuttavia passando nella zona ad esempio di via Gallucci risultava davvero difficile riuscire a crearsi un varco tra le persone; in particolare tra le resse di giovani prontamente controllati da carabinieri e finanza. Molti, infatti, erano a distanze sicuramente inferiori ad un metro e in alcuni casi privi di mascherina. C’erano anche parecchi ragazzi con dispositivi ‘a penzoloni’ sul mento. A finire nei guai sono stati anche i titolari di alcuni pub che avevano sistemato tavolini troppo vicini con gruppi di clienti accalcati e in piedi, a pochi centimetri di distanza uno dall’altro. In altri casi, invece, l’accesso ai pub era indiscriminato e privo dei controlli necessari ad impedire il distanziamento. Analoga situazione per alcuni esercizi di vicinato che alla stregua di veri e propri bar servivano alcolici ai clienti creando resse dinanzi agli ingressi. E’ comprensibile la voglia di ripartire, così come quella di recuperare gli incassi dopo oltre due mesi di chiusura ma ciò non può essere fatto a discapito della salute pubblica. Quattro le contravvenzioni scattate per motivi di resse incontrollate e tavoli non sufficientemente distanziati nei confronti dei titolari di due pub e altrettanti esercizi di vicinato in via Farini. Per tre di questi ieri è stato richiesto l’intervento della Prefettura per la valutazione di provvedimenti immediati di chiusura per il tempo necessario a risolvere le criticità riscontrate. Anche gli operatori della municipale hanno elevato 2 contravvenzioni a 2 bar della zona di via Farini e pia zza Roma e la segnalazione è già in prefettura. Come detto anche nel cuore della movida, in piazza Pomposa i gruppi di giovani erano parecchi e spesso molto, molto vicini l’uno all’altro. Ma, in questo caso, ci hanno pensato gli ’steward’ a far rispettare le regole, come spiega Andrea Pennacchi, responsabile dei servizi della Delta Service. "Gli esercenti dei cinque locali di piazza Pomposa ci hanno richiesto personale che evitasse assembramenti eccessivi. Cerchiamo di svolgere il nostro ruolo nel miglior modo possibile, senza sollevare discussioni".