
Valentina Prete, lavoratrice Cores, che ha parlato a nome di sessantacinque lavoratori, di cui il 70 per cento donne
Fra i numerosi delegati e iscritti alla Cgil ha partecipato ieri anche una rappresentanza della Cores Italia Coop, (l’ex Coop Legno), azienda di Castelvetro di Modena che attualmente impiega sessantacinque lavoratori e che nel 2016 è diventata "il più grande caso in Italia di Workers Buyout, ovvero una costituzione moderna di imprenditorialità nato negli anni ottanta ma un fenomeno in crescita dopo il 2007, con 59 realtà create solo in Emilia Romagna", racconta Rodolfo Ferraro, il segretario di Fillea/Cgil che rappresenta i lavoratori edili, del legno e dei materiali da costruzione: "Di fronte alla decisione della direzione di chiudere i battenti l’azienda, storicamente ben radicata sul territorio, è stata rilevata dagli stessi dipendenti. I quali, proprio attraverso l’indennizzo di mobilità, ne sono diventati soci e proprietari e l’hanno portata avanti sino ad oggi".
Dal bilancio 2024 "è evidente che l’azienda ha continuato a lavorare, producendo porte e serramenti in legno per un giro d’affari di dieci milioni di euro durante l’arco dei 12 mesi. Un fatturato importante ma comunque insufficiente a coprire tutti i costi di gestione ed energetici che sono saliti inesorabilmente, complice anche la fine dei bonus e che ha portato alla decisione, pochi giorni fa, di chiudere". A parlare per loro – sessantacinque persone, di cui il 70 per cento donne e per la maggior parte di età superiore ai 50 anni – c’era Valentina Prete, anch’essa lavoratrice Cores. "Quello che abbiamo già chiesto – ha spiegato Prete – e che torneremo ancora a sollecitare al tavolo di dialogo con le istituzioni indetto per venerdì 7 marzo prossimo è una precisa azione a tutela di questi lavoratori attraverso un‘azione di ricollocamento. L’incertezza del futuro per alcuni è data dall’età, e ce ne sono molti tra loro che appartengono a famiglie monoreddito, che hanno in quello stipendio l’unica entrata economica"