GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Consiglio, apocalisse Pd. Bosi non ha i numeri: "Carpentieri presidente". È rottura totale con Roma

Pressioni dal nazionale e da Bologna. Ma il partito in città non si piega. Schlein segue la vicenda: interventi di Bonaccini, Baruffi, Taruffi, Tosiani. C’è chi parla di ammutinamento. Ok degli alleati: "Antonio va bene".

Consiglio, apocalisse Pd. Bosi non ha i numeri: "Carpentieri presidente". È rottura totale con Roma

Consiglio, apocalisse Pd. Bosi non ha i numeri: "Carpentieri presidente". È rottura totale con Roma

Colpo di scena: alla fine Andrea Bosi non ha i numeri per la presidenza del Consiglio. Pd e alleati, salvo ulteriori rovesciamenti (il braccio di ferro è andato avanti tutta la notte), stanno convergendo su Antonio Carpentieri. Un testacoda, c’è chi parla di ’ammutinamento’, che determina una rottura totale tra il Pd cittadino e tutti gli altri livelli fino al nazionale.

Ex capogruppo dei Dem nella scorsa consigliatura, Carpentieri è una figura che metterebbe d’accordo il gruppo e le altre forze della coalizione (anche il centrodestra non farebbe mancare l’unanimità). Bosi – nonostante le pressioni di questi giorni dai vertici bolognese e romani per garantire una rappresentanza istituzionale all’area Schlein – non è riuscito a coagulare su di sè la maggioranza.

Il gruppo va dunque da solo, una decisione che apre a scenari senza precedenti nella storia del partito modenese, che, nella logica del ’centralismo democratico’ (si discute liberamente, ma una volta che gli organi superiori decidono tutti si adeguano), non è tradizionalmente quasi mai andato al muro contro muro con Roma.

Difficile ora prevedere come potrebbe abbattersi l’ira del partito regionale e nazionale su Modena considerando il calibro politico delle persone di cui stiamo parlando: dalla stessa Elly Schlein a Stefano Bonaccini come garante degli equilibri delle aree interne al partito, passando per Davide Baruffi, Luigi Tosiani, Igor Taruffi. Un esempio? "Il partito modenese – riflettono i più smaliziati – in questo momento sembra gli Spartani alle Termopili. Venturelli farebbe bene a dimettersi subito da segretaria prima che qualcuno sollevi il dito è faccia notare che essendo segretaria non può fare l’assessora...".

La combinazione messa a punto dal gruppo prevede Carpentieri presidente eletto con una larga maggioranza, probabilmente già alla prima votazione, mentre Diego Lenzini diventerà capogruppo assicurando un punto di equilibrio con l’aria cattolica.

Furibondo naturalmente Bosi che, secondo indiscrezioni, non escluderebbe neanche le dimissioni da consigliere. Paga l’essere stato percepito nel partito come un elemento estraneo dopo esservi approdato l’anno scorso a seguito della rottura con la Sinistra.

Il nome di Carpentieri è gradito come dicevamo anche agli alleati. Soprattutto Avs e Movimento 5 stelle che in mattinata avevano messo in guardia i Dem esortandoli a individuare un nome condiviso da tutti ("bipartisan"), "libero da logiche esterne", evitando "imposizioni". Non Bosi dunque. Per Avs "va abbandonata ogni idea di prova di forza della maggioranza, va avviato il confronto, depurato da fattori esterni, tra tutte le forze politiche, di maggioranza e minoranza, convinti che nel Consiglio comunale ci siano figure con un profilo democratico, di equilibrio, di autonomia e autorevoli in grado di assicurare efficienza, efficacia e imparzialità di funzionamento". Anche i pentastellati si augurano "che si possa trovare al più presto un accordo condiviso da tutte le forze e responsabile, per un ruolo di garanzia fondamentale, che deve trovare completa unanimità nell’espressione di scelta del candidato già alla prima votazione, senza indugi".