"Con la demenza si può vivere anche bene". Ne è convinto Andra Fabbo, direttore del Centro disturbi cognitivi e demenze Ausl, una struttura all’avanguardia nella presa in carico di quanti soffrono di questa patologia, che poggia su una equipe multidisciplinare di 72 professionisti, 32 dei quali geriatri, 16 terapisti occupazionali e per il resto neurologi, infermieri, neuropsicologi e psicologi.
Come siete organizzati?
"Attualmente come unità operativa ci avvaliamo di una struttura provinciale, presente su tutti e 7 i distretti. La diffusione è capillare, non lavoriamo solo in ambulatori: siamo nelle case della salute, lavoriamo a contatto con l’ospedale soprattutto per le dimissioni protette ed abbiamo aperto dei punti periferici anche nelle zone più disagiate. Nel distretto di Pavullo abbiamo un ambulatorio a Fanano e Pievepelago, a Carpi adesso abbiamo aperto Novi e Rovereto, a Vignola abbiamo Spilamberto, a Mirandola siamo presenti a San Felice e Finale, apriremo qualcosa tra Zocca e Montese. Seguiamo un modello diffuso".
Come sostenete le famiglie? "Seguiamo il paziente dal punto di vista delle condizioni cliniche, sotto l’aspetto medico, siamo vicini ai famigliari attraverso gli infermieri che danno una serie di consigli sull’assistenza, se il cargiver è particolarmente stressato viene preso in carico dallo psicologo che lo aiuta a discutere delle strategie. Tra l’altro adesso abbiamo iniziato a fare anche gruppi di famigliari. Se necessario prescriviamo i farmaci, anche se quando ci sono problemi comportamentali preferiamo non farlo: una di queste è l’invio del terapista occupazionale a domicilio, che va a casa, fa una analisi della situazione e dell’ambiente e parlano col caregiver e la persona e poi elabora un piano di gestione dei problemi comportamentali attraverso le attività. Questo permette di gestire i problemi comportamentali senza l’utilizzo di farmaci e senza le complicazioni che si potrebbero avere col ricorso a farmaci perché in geriatria l’utilizzo di sedativi può essere deleterio per l’anziano".
E’ una malattia che può regredire e scomparire?
"Probabilmente non scomparirà mai. Tuttavia, possiamo fare molto per la prevenzione. Quindi adottare uno stile di vita di un certo tipo ci aiuta a prevenire la demenza. Oggi lo sappiamo ce lo dice la letteratura scientifica bisogna intervenire sui fattori di rischio. Sugli anziani vanno promossi interventi di invecchiamento attivo che passano attraverso la socializzazione. L’anziano non deve stare solo, deve controllare i fattori di rischio vascolare, deve fare attività fisica, deve camminare, deve uscire di casa, deve interagire con gli altri. Questo è dimostrato scientificamente previene la demenza".
Alberto Greco