
C’è grande attesa per l’uscita del ‘Pinocchio’ con Roberto Begnini. Specie a Fanano: nel film di Matteo Garrone compaiono infatti quattro cittadini di Fanano. I quattro uomini hanno partecipato come comparse, lo scorso aprile a Sinalunga (Siena), alle scene ambientate nel teatro di Mangiafuoco, interpretato da Gigi Proietti. «Facciamo parte del pubblico dentro il teatrino – racconta uno dei figuranti di Fanano, Alfio Lorenzini –. E’ stata una bella esperienza, emozionante e interessante!». Lorenzini è molto conosciuto in paese in quanto da decenni interpreta San Giuseppe nel rinomato presepe vivente messo in scena ogni due anni. E proprio da quel presepe tutto è partito, lo scorso dicembre, come racconta il sindaco Stefano Muzzarelli: «L’anno scorso, grazie al rapporto di amicizia che abbiamo con Enzo Mammato, noto vocalist degli anni Novanta, abbiamo organizzato ‘Stelle sulla neve’, evento per promuovere Fanano e il Cimone. Enzo conosce tantissimi vip, e li ha portati qui da noi all’evento. Tra questi c’era anche il regista Matteo Garrone: durante il suo soggiorno da noi ha visto il presepe vivente e ne è rimasto estasiato!». «Ha fatto delle riprese ad alcuni dei partecipanti che lo avevano colpito in modo particolare – prosegue il primo cittadino –. Poi ha voluto conoscerli e parlare con loro. Così, insieme all’ufficio di promozione turistica, nei mesi successivi, il regista ha organizzato qui a Fanano un casting per individuare alcune comparse per le scene con Mangiafuoco».
Di qui la scelta dei quattro cittadini che compariranno nell’atteso film. «Per noi si tratta di un grande orgoglio» chiosa Muzzarelli. «Abbiamo fatto varie prove, per una intera giornata – continua Alfio Lorenzini –. Già avevo fatto la comparsa in un altro film girato qualche anno fa al Lago Santo. Cosa ho di caratteristico io? Non saprei, forse la barba, i capelli lunghi. Quando siamo andati giù in Toscana per le riprese di Pinocchio, non mi hanno neppure truccato perchè, hanno detto, andavo già bene così, anche se avevo gli occhi neri e lividi in quanto ero da poco caduto da una scala».
Maria Silvia Cabri