Modena, 7 novembre 2024 – Il paranco, un impianto di sollevamento, ha ceduto e un macchinario di due tonnellate e mezzo si è schiantato al suolo sfiorando un lavoratore. Solo quest’anno, attaccano i sindacati, è almeno il quarto caso di una certa gravità.
Sciopero ieri mattina allo stabilimento della Cnh di via Pico della Mirandola dove vengono prodotte macchine agricole: al centro della protesta problemi di sicurezza nella fabbrica. "Non si può più parlare di episodi singoli, ma di una costante che ormai si ripete ogni mese", è il commento di Rosario Romano della Uilm Uil. "Non è la prima crociera che cade", accusa Gennaro Fedele, rls Fiom. Dopo numerosi confronti avuti con la direzione aziendale "per trovare soluzioni condivise", i sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Fismic hanno deciso di proclamare ieri mattina un’ora e mezza di sciopero con assemblea davanti ai cancelli della fabbrica. In tutto i lavoratori sono 830, suddivisi in tre turni. L’adesione alla protesta ha sfiorato l’80 per cento.
"La situazione non è più tollerabile", attacca Giovanni Brunetti delegato sindacale Fim Cisl: "Il tema è centrale e non più rinviabile e ci aspettiamo risposte concrete da parte dell’azienda per la tutela dei lavoratori. Dopo i numerosi confronti con la direzione aziendale deve arrivare il tempo delle risposte, la salute dei lavoratori prima di tutto", rincara Alessandro Spagnolo delegato Fismic.
Dall’inizio dell’anno, in Italia, sono 700 i morti sul lavoro, "una cifra esorbitante che dà il metro della misura rispetto ad un problema sul quale servono risposte immediate", commentano Salvatore Di Costanzo della Fiom Cgil, Alberto Zanetti della Uilm, Alessandro Gamba Fim Cisl e Fabiana Agostini del Fismic. "Bisogna assolutamente intervenire sulla prevenzione, sulla manutenzione costante degli impianti e su un’adeguata formazione delle maestranze", è l’appello. "Adesso abbiamo la necessità di confrontarci nuovamente con la Direzione Aziendale di Cnh e se non arriveranno risposte adeguate siamo pronti ad altre iniziative".
A spiegare cosa sta accadendo è Di Costanzo della Fiom: "Il problema è la carenza di manutenzione. Questi paranchi trasportano le ‘crociere’, che sono la parte inferiore del trattore (semiasse, frizione): nell’ultimo episodio lo spostamento è avvenuto dalla linea di produzione alla ‘revisione’. È difficile anche solo immaginare cosa possa succedere se un macchinario di quella portata finisce addosso a qualcuno". Il dramma, prosegue Di Costanzo, "è che possono cadere anche i pezzi singoli. Abbiamo chiesto più volte alla direzione aziendale di provvedere alla manutenzione, ma non abbiamo ricevuto riscontri concreti. Lunedì è stato annunciato un periodo di cassa integrazione: sarebbe opportuno che l’azienda impieghi i momenti di fermo per mettere a posto i macchinari, anche prendendosi una giornata in più se occorre: potrebbero essere ore impiegate per la formazione. Noi come sindacato siamo disponibili. Ma un intervento strutturale è ormai diventato necessario".
L’episodio alla Cnh riaccende il faro sulla sicurezza sul lavoro: nella provincia di Modena nel 2023 da gennaio a dicembre ci sono stati 14.800 incidenti (14 morti), pari al 20% della media regionale. Rilevante anche il dato sulle malattie professionali, schizzato tra il 2022 e il 2023 del 50 per cento, sebbene in questo caso abbia inciso qualche fermo per il covid che ha abbassato la percentuale del 2022.