MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Claudia Mucciarini alla guida di Oncologia: "L’obiettivo è quello di umanizzare la cura"

La direttrice della Struttura Complessa del Ramazzini: "Per i pazienti una parola di conforto e speranza è importante come una medicina"

La direttrice della Struttura Complessa del Ramazzini: "Per i pazienti una parola di conforto e speranza è importante come una medicina"

La direttrice della Struttura Complessa del Ramazzini: "Per i pazienti una parola di conforto e speranza è importante come una medicina"

La dottoressa Claudia Mucciarini è stata nominata direttrice dell’Oncologia di Prossimità dell’Azienda USL di Modena, struttura complessa inserita all’interno del Dipartimento integrato interaziendale oncologico ed onco-ematologico.

La dottoressa, da circa due anni nello stesso ruolo in qualità di facente funzione, ha ricevuto nei giorni scorsi l’incarico ufficiale a seguito della procedura di selezione.

Di origine bolognese, ha iniziato nel 2004 a lavorare per l’Azienda, entrando da subito a far parte del team medico dell’Oncologia, fino a raccogliere il testimone del suo predecessore, il dottor Fabrizio Artioli (storico primario, andato in pensione nel 2023, dopo oltre 40 anni di attività professionale, di cui 33 in servizio all’Ausl di Modena, ndr), facendo propria anche la mission della umanizzazione delle cure.

"L’esito di una malattia non dipende sempre da noi. L’umanità, invece, dipende solo da noi - afferma la dottoressa Mucciarini -. L’umanizzazione assume una rilevanza centrale in un reparto come il nostro, dove la ‘cura’ va spesso oltre quella farmacologica: l’esserci, una parola di conforto, speranza, per i pazienti sono importanti come una medicina.

Non vogliamo ci sia distacco tra noi e loro, ma che si sentano ‘accolti’, per non farli sentire soli e al tempo stesso per migliorare e imparare da loro".

Proprio ispirandosi ai valori dell’umanizzazione delle cure, da qualche mese è partito, in Oncologia di prossimità al Ramazzini, un progetto di ristrutturazione del reparto, che mira a renderlo più accogliente verso i "pazienti che lo frequentano, per più o meno tempo, in un momento sicuramente delicato e difficile della loro vita. L’auspicio è quello di portarlo a termine entro l’anno per poi riproporlo nell’ospedale di Mirandola". Nell’ambito di questo più ampio progetto, si è di recente inserita l’installazione artistica di Gaia Sternieri, studentessa carpigiana 26enne, che frequenta il corso di laurea magistrale in terapeutica artistica all’Accademia delle Belle Arti di Brera, realizzata nella sala d’attesa dell’Oncologia di prossimità. "Gaia ci ha contattati per presentare il suo progetto – prosegue Mucciarini –. Ha deciso di dedicare la propria tesi di laurea ad esplorare i benefici di un laboratorio di terapeutica artistica sui pazienti oncologici e i loro caregiver, coinvolgendo anche professionisti sanitari e volontari di Amo".

Ne è scaturita una colonna colorata dai 100 ‘segni’ lasciati da pazienti, ma anche da infermieri, medici e volontari: "A ciascun partecipante - illustra la dottoressa - è stato chiesto di concentrarsi sul tema del ‘segno’ come espressione della propria identità, un aspetto che tende a offuscarsi in seguito alla malattia e al percorso di cure. La composizione in stile mosaico che ne è derivata ha un forte valore simbolico, come ad indicare che lavoriamo tutti insieme nella stessa direzione, gli uni con gli altri, per un risultato migliore".

Maria Silvia Cabri