
di Stefano Luppi
Erbacce ormai molto alte e che ostruiscono praticamente l’intero selciato con le radici che sollevano pietre, lungo tutta la pista ciclabile percorsa ogni giorno da decine di cittadini. Segni ormai estesi di incuria, in un quartiere densamente abitato poco fuori dal centro storico. E i residenti di alcune palazzine che alla fine non ce la fanno più, dopo avere atteso anni, mandato mail e dopo avere fatto telefonate in Comune visto che si tratta di suolo pubblico poco curato in questo punto della città.
Siamo nei pressi della chiesa della Sacra Famiglia, molto nota in città, a due passi da via Pavia nei pressi del parco della Resistenza, lungo la breve ciclabile che percorre Stradella Medici Caula e qui si immette. La protesta di vari residenti delle palazzine che qui si affacciano è affidata a Wainer Pignatti, pensionato 72enne che abita nella zona e ha provato a risolvere in parte da sé la situazione di una crescita senza controllo del verde pubblico.
"Anni fa ricordo benissimo – dice il signor Pignatti – che io e altri residenti chiamammo in Comune perché gli alberi davanti a casa nostra crescevano moltissimo e andavano potati. Ricordo altrettanto bene che ci dissero che non potevamo toccarli, non essendo una nostra proprietà privata, ma al contempo ci dissero anche che non si poteva intervenire perché il budget pubblico era stato tagliato. Dunque che fare? Alla fine – continua il residente – intervenimmo noi stessi perché non si poteva andare avanti senza mettere un freno alla crescita di quelle piante". Ma il signor Pignatti ha contattato la redazione del Carlino per raccontare gli sviluppi recenti del degrado del verde legati alla citata pista ciclabile di via Medici Caula - Pavia. "Basta venire qui – prosegue il cittadino – e si vede benissimo quel che accade oggi lungo questo tratto di pista ciclabile che sbocca appunto in via Pavia e nel parco. Qui passano molte persone, bambini, portatori di handicap, mamme con la carrozzina, ciclisti e pedoni. Tanti faticano. Sembra una giungla e la situazione della percorrenza sta diventando invivibile. Per chi è in bici questo passaggio è particolarmente pericoloso perché si scarta per evitare le erbacce che come si vede crescono anche al centro della carreggiata, ormai".
I cittadini delle palazzine intorno, informa ancora il pensionato, scrivono più volte agli uffici pubblici e parlano anche al telefono con un impiegato. Senza troppo successo. "Alle mail – prosegue Pignatti – non ci hanno praticamente risposto mentre ricordo che una gentile impiegata tempo fa dopo averci ascoltato ci ha detto chiaro e tondo che c’erano ben poche possibilità di intervento. Ricordo che al telefono disse che d’altronde, fuori dal centro storico soprattutto, questa situazione di degrado va avanti ormai da anni. Che dire?". Non sappiamo se il degrado sia più o meno esteso rispetto al passato. Quel che è certo è che alcune aree, anche del centro, sono molto migliorate negli ultimi anni mentre in altre prosegue decisamente il degrado e l’abbandono. Basti pensare a edifici non necessariamente di proprietà dell’ente locale come l’ex ’rotore’ alla Sacca, l’ex Ferhotel in stazione e svariati altri. Anche in piazza Pomposa, segnalano i cittadini che sono stati ascoltati in Comune, c’è ormai una cattiva frequentazione soprattutto nelle ore notturne.