SILVIA SARACINO
Cronaca

Ezerani: "Moschea? Sì, al centro islamico di Mirandola preghiamo"

Intervista al vicepresidente della struttura inaugurata da qualche mese

Mirandola, la comunità islamica (Foto Bruschi)

Mirandola (Modena), 13 agosto 2016 - «Siamo un centro culturale islamico, dove si fanno varie attività tra cui pregare». Per Hamid Ezerani, vice presidente del centro di Mirandola appena ricostruito, il fatto che queste strutture siano utilizzate per pregare è un’ovvietà.

Ma il ruolo di ‘moschea’ che hanno i centri islamici, senza aver bisogno di autorizzazioni dal Comune come luogo di culto, fa ancora discutere. Soprattutto se succede a Mirandola dove il centro islamico viene ricostruito con 600 mila euro dalla Regione e 400mila dalla fondazione del Qatar, mentre il duomo è ancora inagibile. Il centrodestra ha montato la polemica arrivata fino al senato con l’interrogazione di Gasparri. «Buttano benzina sul fuoco» dice Ezerani.

Siete un centro culturale o una moschea?

«Le chiamano moscheee ma sono centri culturali. Nel nostro a Mirandola facciamo anche corsi di italiano per i bambini e c’è anche un luogo dove poter pregare».

Quindi è vero che è un luogo di culto ma non ha bisogno di autorizzazioni?

«É scritto nel nostro statuto di centro islamico che tra le attività previste c’è la preghiera, oltre al volontariato, ma non è una moschea. In altri Paesi come la Germania o la Francia lo Stato concede il terreno per fare le moschee. In Italia non è così ma anche noi abbiamo il diritto di pregare come gli altri».

Il centrodestra considera ingiusto che la vostra sede sia stata ricostruita prima del duomo

«Anche a noi dispiace molto che tante chiese siano inagibili. Ci sentiamo parte della comunità mirandolese e siamo fieri di vivere qui: vediamo che pian piano i comuni vengono ricostruiti e ne siamo contenti. Il nostro centro ha seguito tutte le procedure regolari: era distrutto, abbiamo chiesto i contributi per la ricostruzione come tutti gli altri cittadini della Bassa».

La fondazione del Qatar che ha in parte finanziato la ricostruzione è vicina a posizioni integraliste?

«Non abbiamo avuto contatti diretti con la fondazione perchè ci ha pensato l’Ucoii. Nè i soldi del Qatar nè quelli della Regione sono stati versati sui nostri conti correnti ma hanno seguito la procedura di ricostruzione e sono stati dati alla ditta che ha eseguito i lavori».

Avete mai ricevuto altri finanziamenti dalla Regione?

«No, come centro culturale non abbiamo mai fatto richieta alla Regione di contributi per le nostre attività».

Quante persone frequentano il vostro centro?

«Nelle giornate di venerdì anche 150 persone. Negli anni scorsi arrivavano fedeli anche da altri comuni, adesso sono quasi tutti di Mirandola. Probabilmente perchè anche negli altri comuni sono nati dei centri islamici».