di Gianpaolo Annese
Un convinto endorsement a Stefano Bonaccini in vista delle primarie del 26 e il perseguimento di un nuovo protagonismo che non si riduca alla occupazione dei posti chiave, come ha specificato Giorgio Razzoli, ma da una riconnessione alle persone (in carne ed ossa) e ai loro problemi quotidiani. Nei giorni scorsi nella Sala Gorrieri di Palazzo Europa il convegno ’Verso il Congresso del Partito Democratico. I cattolici democratici modenesi spettatori o costruttori di futuro?’. Un momento di incontro nato dalla considerazione dei cattodem, espressa da Paolo Negro, secondo la quale "dopo essere stati artefici della nascita del Partito Democratico, come essere costruttori, ricostruttori, della sua rigenerazione, anche a Modena?".
Nella relazione d’apertura di Gino Mazzoli (ricercatore sociale, Università Cattolica) ’Un partito diverso, molto diverso’ ha sottolineato come i partiti, anche il Pd, sono passati dall’essere tutto di un tempo, al niente, al vuoto, come lo sono tante sedi. Vuote. Vuote perché tutto si è schiacciato sulla gestione e su dibattiti lunari ("più a sinistra, più al centro"), lontani dal popolo, dal suo sentire. "Il problema del Pd, ultimo grande partito dotato di democrazia interna – ha spiegato Mazzoli – non consiste in ciò che ha fatto ma in ciò che non ha allestito: il presidio delle condizioni per la manutenzione della democrazia, del legame sociale, del senso della vita comunitaria, in particolare la vicinanza al 30% dei nuovi poveri del ceto medio".
Stefano Bonaccini, rimarca Negro, "ha scelto per la sua campagna due parole chiave: Energia Popolare. Essere cioè partito di popolo, non delle élite, della gestione. Ma come? Riconnettendosi con le persone, non con tweet. E Modena può esserne un laboratorio? Io penso di si. Se ci troveremo a discutere in una sezione del Pd del famoso generico ’programma’, saremo in 5. Se ci troviamo a decidere per dar vita, chiamando i cittadini, ad una comunità energetica contro il caro bollette che tutti i cittadini sentono come un problema, saremmo certamente almeno dieci volte tanto e cambieremmo in meglio la storia di quella comunità. Questo farebbe Ermanno Gorrieri. Questo deve fare un partito davvero popolare".