VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Caso Venturelli, il colpo di scena. Indagini prorogate di sei mesi: "C’è una nuova pista in Romania"

Non si fermano le ricerche: resta aperto il fascicolo per sequestro di persona contro ignoti. Dalle ultime segnalazioni il giovane, scomparso nel 2020, sarebbe stato avvistato a Bucarest .

Caso Venturelli, il colpo di scena. Indagini prorogate di  sei mesi: "C’è una nuova pista in Romania"

Non si fermano le ricerche: resta aperto il fascicolo per sequestro di persona contro ignoti. Dalle ultime segnalazioni il giovane, scomparso nel 2020, sarebbe stato avvistato a Bucarest .

Altri sei mesi per cercare Alle, per indagare sulla sua misteriosa scomparsa. E’ quanto ha disposto ieri mattina il giudice, dottoressa Carolina Clò nell’ambito dell’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dalla procura per il ‘caso’ Alessandro Venturelli, il 24enne sparito da Sassuolo il cinque dicembre del 2020.

Resta aperto quindi il fascicolo per sequestro di persona contro ignoti.

Ieri mattina, infatti, gli agenti della squadra mobile di Modena, diretta da Mario Paternoster hanno depositato ulteriori segnalazioni circa presunti avvistamenti del giovane a Bucarest, in Romania dove si trovava fino a ieri sera anche la mamma del giovane, Roberta Carassai che mai ha smesso di cercare il figlio. All’udienza erano presenti il legale della famiglia, avvocato Giovanna Ferrari e il papà di Alessandro, Roberto Venturelli. "E’ stata fantastica la squadra mobile che stamattina (ieri) ha depositato le nuove segnalazioni all’estero, di cui avevamo avuto conoscenza nelle ultime 36 ore – sottolinea l’avvocato Ferrari –. Quindi ci saranno indagini suppletive per sei mesi, in modo tale che la polizia modenese collabori con la polizia rumena alla luce delle ultime segnalazioni. Siamo contenti, abbiamo un po’ di tempo per cercare Alessandro. La squadra mobile ha portato materialmente in udienza le segnalazioni ed ora si attiverà la collaborazione con la polizia rumena".

Le ricerche proseguono dunque in Romania, insieme ai volontari della neo costituita Nostos International Italia odv – associazione di ricerca di persone scomparse. Insieme a Roberta c’è anche Marc di Maggio, cercatore di persone scomparse americano che ha deciso di aiutare la famiglia nelle ricerche del giovane. Di Maggio, infatti, ipnoterapista professionale, ha aperto l’associazione Nostos dopo il femminicidio di sua madre, uccisa dal suo compagno. Carassai invocava da tempo un ordine di indagine europeo, tanto da scendere in piazza, a Modena, chiedendo di non archiviare la scomparsa di Alle. Le segnalazioni nei mesi, negli anni sono arrivate da diverse parti di Italia e dall’estero. Le ultime erano arrivate dall’Olanda: non una ma più ‘telefonate’ di cittadini che sostenevano di aver avvistato il giovane sassolese e proprio in Olanda Carassai si era recata più volte, senza però trovare purtroppo alcuna conferma. Ora la svolta, con la decisione di prorogare le indagini dopo che più persone ‘giurano’ di aver incontrato Alle a Bucarest. Non una, ma almeno due persone, tra cui un commerciante, che sostengono di aver visto il ragazzo, di averci parlato e di aver notato sul collo del 24enne anche la cicatrice della tracheotomia a cui Alle era stato sottoposto qualche tempo prima. Alessandro si trovava in un momento di estrema fragilità al momento della scomparsa, infatti, e la famiglia aveva fatto redigere una perizia psichiatrica basata sulla documentazione medica del giovane: la stessa ha dimostrato come Alessandro, in quel momento, non fosse certo in grado di allontanarsi da solo e soprattutto dai suoi punti fermi: i genitori, gli zii e i cugini. Impossibile per la famiglia quindi parlare di allontanamento volontario. Alessandro era "fragile" a seguito dell’incidente in cui era rimasto coinvolto ma anche per la morte dello zio, a cui era molto legato e la malattia contro la quale, in quel periodo, Carassai combatteva.

Come ricordato, nei mesi scorsi, la mamma Roberta Carassai aveva indetto una manifestazione, organizzata in piazza Matteotti: una piazza da cui era partito l’ appello alla procura di Modena ma anche al Governo affinchè non si smettesse di cercare gli scomparsi, affinchè non fossero archiviati come allontanamenti volontari.

"Quel giorno gli ho chiesto quale fosse la sua intenzione e lui mi aveva risposto: ‘io non ho fatto niente’ – ha sottolineato ieri il padre del ragazzo –. Non vi era stata alcuna discussione in quel momento: lui quel giorno lì aveva appuntamento con qualcuno, altrimenti non sarebbe sparito così". Tra le ipotesi vi era anche quella che Alle fosse caduto nella rete di una setta o comunque ‘manipolato’ da persone che si sarebbero approfittate della sua fragilità. Ora la verità sembra essere vicina.