FRANCESCO LOLLI
Cronaca

Casi di West Nile in aumento, Guaraldi: “Non esiste un vaccino. Diagnosi precoci? Fondamentali”

L’infettivologo e professore: “L’aumento delle temperature gioca un ruolo determinante. Anziani e fragili più a rischio: è importante prevenire il proliferare delle zanzare e proteggersi sempre”

Modena, 15 agosto 2024 – Nelle ultime settimane, complici caldo e umidità, si è verificato un aumento esponenziale dei casi di West Nile, o Virus del Nilo Occidentale in Nord Italia con Veneto, Friuli ed Emilia Romagna come regioni particolarmente colpite. E proprio nelle zone di Modena, Bologna e Reggio Emilia è stata segnalata una “circolazione virale ad alta intensità” . Nei giorni scorsi sono stati accertati altri due nuovi casi, relativi a cittadini residenti a Modena e Castelfranco Emilia: i soggetti hanno sviluppato forme neuroinvasive a seguito dell’infezione e sono tutti ricoverati presso il Policlinico di Modena (in tutto salgono a 18 i casi).

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Giovanni Guaraldi, professore ordinario di Malattie infettive dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, come si spiega l’aumento di casi di West Nile nella nostra regione e di cosa si tratta?

“Premessa: il West Nile un arbovirus presente sul territorio da anni, viene trasmesso dalle Culex Pipiens, la nostrana zanzara comune e colpisce con sintomi generalmente lievi umani, piccoli animali domestici e equini. Proprio per i cavalli è stato sviluppato un vaccino dedicato, che però non è ancora disponibile per l’uomo. Nella maggior parte dei casi i sintomi si limitano a malessere e una semplice febbre ma può addirittura essere asintomatico. In una piccola percentuale dei soggetti però, soprattutto quelli più a rischio come anziani o immunodepressi (chi ha subito un trapianto o è sotto cure chemioterapiche) c’è il rischio che l’infezione si manifesti in modo più aggressivo, con rischi quali meningiti, ictus o paralisi flaccida”.

Esiste a oggi una cura per questo virus? Come si può prevenire l’infezione?

“Per questo virus in particolare non esistono ancora un vaccino o una terapia dedicata. Le cure somministrabili sono invece personalizzate sul paziente secondo necessità, e per questo è importante una diagnosi precoce nei soggetti più a rischio che si può avere con esami del sangue mirati al comparire dei sintomi. Per quanto riguarda la prevenzione è importante proteggersi dalle punture delle zanzare, che sono le portatrici del virus: la raccomandazione è di indossare abiti lunghi per quanto possibile e ricordarsi di avere il repellente per insetti con sé. E’ importante poi prevenire il proliferare delle zanzare con la disinfestazione assicurandosi di non lasciare pozze di acqua stagnante, anche nei semplici sottovasi per esempio, dove le loro larve proliferano”.

Le temperature di queste ultime estati, e in particolare quella che stiamo vivendo, hanno fatto si che arbovirus e diverse zoonosi abbiano trovato più facile diffondersi.

“L’aumento delle temperature e il progressivo cambiamento climatico hanno sicuramente modificato le dinamiche ambientali e di conseguenza le preoccupazioni epidemiologiche. Con il presentarsi di nuovi migratori e quindi ulteriori vettori di virus in zone dove prima non se ne aveva traccia. Nello specifico l’aumento delle temperature anche alle nostre latitudini comporta che le zanzare possano svernare e quindi sopravvivere all’inverno, rendendo più significativa la proliferazione di un virus che però, va ricordato, era già endemico”.