REDAZIONE MODENA

Caserma Fanti, la protesta: "Violate le normative"

Il neonato comitato di via Saragozza contesta con foto e petizione . I lavori sono stati eseguiti sulla facciata. "Perché il sindaco non ci ascolta?"

Via Saragozza

Via Saragozza

Modena, 31 agosto 2024 – "Vogliamo contestare quanto è avvenuto ai danni di uno degli edifici del centro storico, il complesso della caserma Fanti, un immobile catalogato come bene culturale di interesse storico artistico. A nostro avviso sono stati effettuati dei lavori in evidente violazione delle norme a danno di tutta la cittadinanza". Lo sostiene il neonato comitato di via Saragozza che documenta con tanto di foto storiche il presunto ’scempio’. "Il prospetto su via Saragozza è stato rovinato per tutta la sua lunghezza: sono state ricavate delle aperture di notevole dimensione, ben otto, per realizzare i portoni di accesso a delle autorimesse che prima non esistevano. Non solo, questi portoni si aprono a due ante verso l’esterno ingombrando il marciapiede e la sede stradale che è pubblica –si legge in una nota – Il tutto è stato reso visibile nel momento in cui sono state tolte le schermature delle impalcature nel mese di luglio scorso. Abbiamo subito inviato a nome di 46 firmatari un esposto a 16 tra enti e istituzioni coinvolte il 19 luglio, non avendo ricevuto risposta ne abbiamo inviata un’altra il giorno 26 in cui chiedevamo di bloccare ogni autorizzazione in merito. Non solo non abbiamo ricevuto risposta da nessuno dei destinatari, ma nel frattempo è stato realizzato una ulteriore superfetazione, un arco in cemento armato al posto di un cancello ed è stato rilasciato un passo carrabile con data di autorizzazione posteriore al nostro esposto. A questo punto chiediamo a chi di competenza: 1" Come può il Comune di Modena aver autorizzato l’apertura di otto vani su una parete di un edificio vincolato, soggetto a restauro e risanamento conservativo, con conseguente stravolgimento del prospetto, in evidente contrasto con le norme di attuazione? 2) Come ha fatto la competente Soprintendenza a non considerare le prescrizioni della Commissione Regionale per il patrimonio culturale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali in cui si specificava: “la conservazione del bene dovrà essere assicurata mediante idonei interventi restaurativi" e "ogni variazione d’uso dovrà essere preventivamente autorizzata"? 3) Possibile che nessuno della Regione abbia verificato se demolire porzioni di muratura portante per l’intera lunghezza dell’edificio, rispondesse ai giusti criteri per il consolidamento e fossero conformi e congrui alle prescrizioni antisismiche? 4) E’ accettabile che i portoni si aprano con sistemi automatizzati verso l’esterno occupando sia il marciapiede che la sede stradale? Ma soprattutto: perché tutti quelli a cui ci siamo rivolti (sindaco compreso) non ci hanno degnato di risposta? A chi dobbiamo rivolgerci?".