Carpifutura fuori dal consiglio: "Ma nessuna resa"

Elezioni, lista crollata dall’11 al 4%, la presidente Colli: "Minoranza sbilanciata a destra, mancherà pluralità".

Carpifutura fuori dal consiglio: "Ma nessuna resa"

Carpifutura fuori dal consiglio: "Ma nessuna resa"

"Delusione e amarezza": tra i grandi ‘esclusi’ di queste elezioni amministrative, che non entreranno nel nuovo Consiglio comunale dell’era Righi, c’è la farmacista Anna Colli. Consigliere comunale uscente e presidente di Carpifutura, la Colli ha totalizzato ben 361 preferenze, posizionandosi seconda nella classifica dei candidati più votati (dopo Federica Carletti di Fratelli d’Italia, ndr) ma non entrerà in Consiglio perché la sua lista civica, Carpifutura appunto, ha avuto solo il 4,23% di consensi (rispetto all’11% del 2019). "E’ innegabile il senso di delusione che provo – spiega la farmacista – anche perché, secondo i calcoli fatti, mancavano davvero pochi voti, pare una trentina, perché entrasse un consigliere di Carpi Futura, oltre a Monica Medici (candidata sindaco per il civismo). Ma l’amarezza – prosegue – non è solo per la mia esclusione dal Consiglio. E’ la situazione politica che è emersa da queste elezioni per ‘l’effetto Righi’, che mi preoccupa e che deve fare riflettere. E’, infatti, nettamente diminuita la pluralità in Consiglio: nella maggioranza ci sarà fondamentalmente solo il Pd. La lista civica Carpi a colori, con due consiglieri, non avrà la libertà di una lista civica vera. Il risultato è una netta diminuzione della rappresentanza. Non solo: è aumentata la polarizzazione, in quanto la minoranza è completamente sbilanciata a destra, in quanto otto candidati su nove sono del centro destra. Assisteremo dunque allo sconto ideologico tra destra e sinistra, con discussioni che già ci facevano preoccupare perchè inutili per la città". Con riferimento alle "’listine’ che sono andate con Righi", Anna Colli afferma: "Con il loro 1 o 2% hanno ancora una volta portato acqua al Pd e sono perfino contenti! Ma non hanno alcun rappresentante e vorrei veramente capire in che modo hanno contribuito al programma elettorale". Mentre in merito al risultato che hanno ottenuto, "abbiamo pagato la scelta di chi, anche ex Carpifutura, ha preferito polarizzare il confronto anziché alimentare uno spazio di confronto sui temi della città. Basta che non si dica che siamo noi ad aver chiuso le porte a qualcuno, anzi abbiamo ritardato fino all’ultimo la scelta del candidato e la partenza della campagna proprio nella speranza di allargare al massimo lo spazio civico".

La sua però non è certo una resa: "Abbiamo costruito un programma bellissimo e lo abbiamo raccontato con eventi pubblici e creato spazi di discussione, abbiamo alzato l’asticella della campagna, coinvolgendo i cittadini. Ci inventeremo qualcos’altro, c’è tanto lavoro culturale da fare. E poi la nostra azione in consiglio, con Monica, deve continuare. Carpi ha bisogno del nostro modo di fare politica ‘generativa’ che attribuisce più poteri a tutti per risolvere i problemi. Inoltre rifletto sul 40% che non è andato a votare: la strada si costruisce insieme agli altri, si perde, si ritrova, Carpifutura è un valore importante per la città che non sparisce".

Maria Silvia Cabri