GIULIA BENEVENTI
Cronaca

Caro prezzi, cappuccino a 2 euro? "Aumenti fino al 30% per le attività"

Olio, latte e sale: le cifre lievitano per tutti i prodotti più basilari. E l’effetto sulle tavole o al bancone si vede già Rossi (Confesercenti Modena): "Il cliente non rinuncia alla qualità: in media spende la stessa somma, ma mangia meno"

Una foto del centro storico modenese in estate (Foto Fiocchi)

Una foto del centro storico modenese in estate (Foto Fiocchi)

Modena, 12 agosto 2023 – E se una colazione al bar da abitudine popolare si trasformasse un lusso? Non possiamo dire di essere ai livelli di altri Paesi europei, dove un espresso costa anche più di due euro e noi, italiani veraci, stiamo a bancone a strabuzzare gli occhi. Con il caro prezzi degli ultimi tempi, però, poco ci potrebbe mancare.

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I primi sentori ci sono, come testimonia anche Mauro Rossi, presidente di Confesercenti Modena e titolare sia del bar pasticceria Remondini (largo San Giorgio) che dell’Osteria Rossi (piazza Roma). "La marginalità nel corso dell’anno è calata molto, ora è al minimo – spiega –. Abbiamo sempre cercato di gestire gli aumenti, ma se già ad aprile avevamo ritoccato i prezzi per far fronte ai nostri costi come attività, legati principalmente alle utenze, ora ci troviamo a doverlo rifare per l’aumento dei costi delle materie prime".

Mi può fare qualche esempio?

"Guardi, giusto stamattina (ieri mattina, ndr) sono andato nel punto vendita all’ingrosso in cui vado sempre. A fine luglio l’olio costava 5,30 euro al litro, ora è a 6,60 euro, il 24% in più. Parliamo tra l’altro di un olio sì di qualità ma prodotto in Paesi mediterranei, non italiano: per un prodotto nazionale il rincaro arriva anche al 30%. Vale per tutte le materie prime più basilari".

Per esempio?

"Il sale, per citarne un altro, è passato da 20 a 36 centesimi al chilo. La farina da 1,10 euro circa a 1,60 al chilo. La carne di maiale prima veniva dai 5 ai 6 euro al chilo, ora è a 7,50".

Lei ha anche una pasticceria, lì come va?

"Se ci saranno degli aumenti non interesseranno il caffè espresso o per esempio la brioche vuota, ma prodotti più elaborati come le brioche farcite, che potrebbero passare da 1,20 euro a 1,60 l’una, così come il resto della caffetteria che richiede l’uso del latte. Un prodotto che, ugualmente, è aumentato da circa 1,10 euro a 1,50 al litro".

Il cappuccino, insomma, non ha scampo.

"Da 1,60 euro si passerà magari a 1,80 ma non escludo che possa salire anche a 2 euro".

Al ristorante invece?

"Facendo la pasta fresca in casa, come si suol dire, i prezzi delle materie prime incideranno di sicuro".

Un piatto di tagliatelle, per esempio?

"Potrebbe passare da 11 a 13 euro. Mentre per il resto, dal servizio al vino, o le bevande in generale, non cambierà niente: tutto si lega sempre alle materie prime e, di conseguenza, alle singole pietanze".

I clienti come stanno reagendo?

"Quello che ho notato è che è cambiata la spesa media: oggi si paga sempre tra i 20 e i 25 euro a testa, ma si mangia meno. Tanti non prendono più la bottiglia ma il calice, oppure condividono primo e secondo. Così restano sulle stesse cifre di prima, senza rinunciare alla qualità. Parlo degli italiani, preciso, perché il turista straniero, in vacanza, a certe cose ci bada meno".

«Sì, però le attività alla fine lucrano su questo caro prezzi». Come reagirebbe a una considerazione del genere?

"Io invece direi che siamo l’ultima ruota del carro, e che la speculazione sta a livelli ben più alti. Questi rincari non li decidiamo noi, anzi, li subiamo. E se proporzionalmente dovessi aumentare i prezzi come avviene con le materie prime, un piatto di tagliatelle volerebbe da 11 a 18 euro, anziché 13. Invece cerchiamo di calmierare, anche perché non possiamo permetterci di fare altro se non vogliamo perderei i clienti".