"Peccato che ci sia voluto una guerra per far riscoprire che il nostro Appennino ha una fonte energetica sotto-utilizzata: il legname". Pur ridottosi molto nel corso degli anni, l’Appennino modenese ha ancora un buon numero di addetti al settore della forestazione, dal taglio alla vendita del legname da riscaldamento, alla sua lavorazione e al cippato. Tutti gli operatori sono concordi sulla necessità di tornare a valorizzare ed incentivare questa attività nei boschi montani da anni abbandonati, con solo poche ditte che effettuano tagli regolari. Alcuni titolari di piccole ditte di Fiumalbo e Pievepelago che da anni commercializza legna da ardere spiegano: "Bene che si torni a parlare del legname, che ora è rimasto più una tradizione di famiglia che una fonte sicura di guadagno. Vendiamo la legna attorno ai 14 euro al quintale, compreso il trasporto a casa del cliente. Un prezzo fermo da molti anni, ma ora temiamo che non potremo più mantenerlo se non calano i costi del carburante e del trasporto in generale. Abbiamo già varie prenotazioni per il prossimo autunno ma per ora non c’è corsa all’accaparramento per timore di crisi energetiche". Anche Nicola Nizzi dell’omonima ditta fiumalbina ha costi per ora immutati per il legname destinato alle centrali a biomasse dell’alto Appennino che rifornisce. "I quantitativi sono sempre i soliti, bisogna vedere se con questa situazione mondiale se qualche altro ente deciderà di risparmiare i costi di riscaldamento degli edifici pubblici (scuole, palestre, uffici ecc) passando alle centrali a cippato più economiche e rifornibili di materia prima della zona. Di certo – prosegue Nizzi – preoccupa il continuo aumento del costo dei carburanti. Di recente ho acquistato al vecchio prezzo una serie di alberi lungo la via Giardini di Riolunato infestati dalle processionarie: in futuro non so se potremo permetterci le spese più alte dove maggiore è l’utilizzo dei mezzi meccanici". Di certo il costo internazionale del legname per le ditte di lavorazioni aveva già avuto grossi aumenti nell’ultimo anno, come rilevato dalla Segheria Ballantini anch’essa di Fiumalbo: "Da parecchi mesi non esiste più un costo fisso alla prenotazione, ma si deve pagare il legname ad un prezzo determinato al suo arrivo in ditta: sempre più alto".
Giuliano Pasquesi