
Modena, 4 gennaio 2025 – “Siano fatte immediatamente le indagini e se risulta che il militare, come sembra, ha fatto soltanto il proprio dovere, venga non solo scagionato dalle accuse, bensì premiato per aver svolto con merito il proprio lavoro”.
A Polinago, dove è cresciuto e dove il padre ancora vive, così come a Frassinoro, dove comandò la stazione carabinieri, è lunga la rete di solidarietà per il luogotenente Luciano Masini, indagato per eccesso colposo di legittima difesa dopo i fatti di Capodanno nel Riminese.
Da Villa Verucchio e fino al nostro Appennino i cittadini difendono il militare, sottolineando come la notte di san Silvestro abbia sparato 12 colpi di pistola (di cui 5 a segno) contro Muhammad Sitta, il 23enne egiziano che ha seminato il panico accoltellando quattro persone, per dovere e per salvare vite umane. Il modenese Masini, comandante nella frazione di Rimini, è finito indagato come atto dovuto per effettuare le indagini.

“Il papà Gianni è un caro amico, una persona riservata a cui sono arrivati tanti messaggi di solidarietà che fa sapere di aver apprezzato. Proprio grazie a quei messaggi è più tranquillo – afferma il sindaco di Polinago, Simona Magnani –. Conosco molto bene Gianni, fa parte dell’associazione nazionale carabinieri ed è attivo nel volontariato, nella collettività e ha portato spesso il nostro gonfalone. Lui, così come il figlio Luciano, sono persone ligie a valori e doveri, legate alla comunità. A nome di tutta la comunità siamo vicini alla famiglia Masini e speriamo che queste formalità procedurali si concludano al più presto. Ciò che pesa maggiormente sono gli atti dovuti ma le indagini devono essere svolte per giudicare l’operato di Luciano. Luciano lo conosco di vista e appena avrà occasione di salire a Polinago gli stringerò la mano per quello che ha fatto – conclude il primo cittadino –, ovvero salvare vite umane. A detta di tanti testimoni non si è sottratto al dovere e ha anzi dimostrato il valore della divisa che indossa.
Come ho detto a suo padre, se c’è bisogno siamo qui a sostenerlo in tutto e per tutto. Chiediamoci: se non avesse reagito in quel modo come sarebbero andate le cose? Lui ha rischiato la sua vita per evitare tragedie più grandi”.
Ad esprimere solidarietà al luogotenente anche Elio Pierazzi, sindaco di Frassinoro. “Masini ha comandato con grande professionalità la stazione carabinieri e a lungo. L’ho conosciuto come persona equilibrata, attenta, coraggiosa. Onestamente se ha agito in una certa maniera non aveva altra possibilità. Per il momento non abbiamo organizzato collette ma valuteremo se sarà necessario. In paese era apprezzato: è stato da noi poco dopo l’inizio del mio mandato ed è andato via nel 2016. E’ stato parecchio tempo in paese con la sua bellissima famiglia e le figlie. Faceva il suo mestiere. Era un comandante attento, professionale e presente per la sua comunità”. Ad intervenire sulla vicenda anche Antonio Loparco, segretario generale modenese di Unarma. “Come associazione sindacale sproniamo chi di competenza a dotare anche il personale delle Stazioni di taser o dispositivi con proiettili in gomma – sottolinea –. In Europa le forze di polizia escono con abiti e dotazioni consone mentre in Italia rimaniamo il fanalino di coda per gli operatori di polizia sempre più esposti a situazioni limite”.
Nel Riminese è partita una colletta a favore del carabiniere indagato. “Come sindacato – puntualizza Unarma – non siamo d’accordo per mobilitazioni e collette: esistono le istituzioni in primis, che dovrebbero tutelare e difendere i suoi servitori dello Stato e le associazioni sindacali con le loro tutele legali”.