VALENTINA REGGIANI
Cronaca

"Capucci premeditò entrambi i delitti": rinviato a giudizio

Secondo la pubblica accusa premeditò il delitto di entrambi i congiunti. A parere della difesa, invece, l’anziana madre morì per...

Secondo la pubblica accusa premeditò il delitto di entrambi i congiunti. A parere della difesa, invece, l’anziana madre morì per...

Secondo la pubblica accusa premeditò il delitto di entrambi i congiunti. A parere della difesa, invece, l’anziana madre morì per...

Secondo la pubblica accusa premeditò il delitto di entrambi i congiunti. A parere della difesa, invece, l’anziana madre morì per cause terze: naturali o ‘indotte’ dall’altro figlio. È stato rinviato ieri a giudizio con l’accusa di omicidio volontario il 70enne Uber Capucci, accusato del delitto della madre. Per l’uccisione del fratello Emore, 66 anni (le vittime furono trovate entrambe morte nella casa di famiglia di Vignola, ad ottobre 2023) l’imputato è già a processo davanti alla Corte d’Assise presieduta dalla dottoressa Ester Russo. Per quanto riguarda la morte della madre, Anna Malmusi, 88 anni, infatti, il procedimento era stato stralciato lo scorso anno al fine di proseguire le indagini ed ora i fascicoli saranno unificati. La prossima udienza è prevista per il prossimo 22 aprile. A trovare i corpi di mamma e figlio, la sera del primo ottobre di due anni fa era stata la figlia di Uber, dal momento che il padre non rispondeva al telefono. In sede di interrogatorio l’imputato aveva ammesso che quel giorno aveva avuto una violenta lite con il fratello, poi degenerata nel decesso. La procura ha contestato all’imputato l’aggravante della premeditazione, sostenendo come quel giorno, il primo ottobre del 2023 l’imputato si fosse recato nell’abitazione di famiglia a Vignola proprio per uccidere i congiunti. Circostanza che la difesa, rappresentata dall’avvocato Fabio Bazzani contesta fermamente ritenendo invece che il quadro indiziario o probatorio indichi un evento d’impeto.

Secondo la pubblica accusa l’imputato uccise prima il fratello e poi l’anziana madre per motivi ancora non ben chiari, pare per un problema di gestione ‘familiare’. La donna fu trovata cadavere nel letto: accanto un cuscino intriso del sangue del figlio Emore, ucciso a colpi di taglierino. Cuscino che, secondo la procura, fu usato probabilmente per soffocare la donna. Ma si fronteggiano due tesi: secondo la difesa si è trattato infatti di un delitto d’impeto dovuto alla scoperta della morte della madre; una lite tra i due fratelli culminata nel peggiore dei modi insomma. "Il nostro medico legale – afferma l’avvocato Fabio Bazzani – ovvero la dottoressa Sara Mantovani è assolutamente convinta che il quadro tanatologico della madre, così come visto in sede di autopsia sia assolutamente corrispondente ad un decesso per morte naturale. È altrettanto vero – spiega il legale – che il solo dna rinvenuto dal Ris sotto le unghie della defunta Anna Malsumi corrisponde al dna del solo Emore e non del mio assistito. Non si può quindi escludere che anche laddove dovesse trattarsi di decesso indotto, esso sarebbe riconducibile più che non all’imputato al fratello Emore". L’udienza si svolgerà davanti alla Corte D’Assise presieduta dal dottor Meriggi.

v.r.

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