
Uno dei 'grow shop' modenesi (Foto Fiocchi)
Modena, 31 maggio 2018 - Cannabusiness. È così che viene definito il dilagante fenomeno dei negozi che vendono la cannabis. Sia ben chiaro, la versione ‘ricreativa’ in Italia non è ancora legale, ma la versione ‘light’ ha fatto registrare un vero e proprio boom negli ultimi mesi. Viene considerata legale perchè ha un Thc inferiore allo 0,2%, ed è permessa un’oscillazione fino allo 0,6%. L’Emilia Romagna è al secondo posto in Italia, dietro la Lombardia (67), per punti vendita (54). E Modena è la città che, in rapporto al numero di abitanti, è in testa alla classifica regionale con ben 8 negozi, chiamati growshop. Sospendendo tutti i possibili risvolti etici, medici e legislativi, l’economia che ruota intorno a questo mercato è sotto gli occhi di tutti.
"Disponiamo di una vastissima gamma di prodotti, ma in questo momento quello più ricercato è la infiorescenza di canapa a contenuto legale di Thc», spiega il commerciante svizzero Mauro Bindelli (titolare di Green Passion Grow e Head Shop) di viale Medaglie d’Oro. Si trova in forma di foglie essicate, e l’offerta è molto abbondante. "Ne abbiamo una decina di tipi - entra nel dettaglio -: quella più richiesta si chiama EasyJoint, ed è la marca che ha lanciato il fenomeno. I prodotti variano a seconda del sapore e della presenza del Cdb".
Ma cosa è il Cdb? Si tratta di uno dei principali cannabinoidi presenti all’interno della canapa e della cannabis. "Porta un piacevole effetto di rilassamento se inalato", spiega Bindelli. Ed è la ragione per la quale viene comprata la cannabis light, un prodotto molto ricercato in tutto il Paese. Basti pensare che i negozi nel 2015 erano in tutto 205, quest’anno se ne contano 408. E il trend è di forte crescita. Sotto al ‘cappello growshop’ vi sono quattro tipi di negozi: headshop (articoli per fumatori, ovvero accendini, posacenere, cartine, cilum, narghilè, bong e vaporizzatori), hempshop (articoli e prodotti riguardanti la canapa o derivati-realizzati con la stessa, abbigliamento, cosmetica, alimenti, libri, riviste, dvd), smartshop (vendita di sostanze psicoattive legali come integratori o composti di origine naturale e sintetica) e seedshop (vendita di semi di cannabis a scopo collezionistico, o almeno così viene dichiarato).
I clienti tipo? Bindelli spiega che si tratta di in maggior parte di "persone oltre i 30 anni, che magari in passato hanno fatto uso di marijuana. Crescendo hanno virato sulla ‘cannabis light’. Vengono poi anche tanti professionisti: avvocati, notai e commercialisti in giacca a cravatta. Non mancano madri e padri di famiglia, e neppure anziani magari ex sessantottini. Siamo davvero molto contenti di come stanno andando le cose...".
"I prodotti sul mercato sono molto migliorati negli ultimi mesi e ora hanno un ottimo livello - sottolinea Alberto T., titolare del Canapaio di via Cesare Costa dove si possono comprare anche le piantine di cannabis -. Ne abbiamo una decina, tutti italiani, e variano a seconda delle esigenze del consumatore". Auspica una maggiore regolamentazione del settore, "oggi troppo caotico: chiunque fumi si sente di aprire un negozio, ma non funziona esattamente così. Di una cosa sono comunque certo: il fenomeno dei growshop continuerà a espandersi ancora per diverso tempo".