REDAZIONE MODENA

Cambiamento Climatico, l'Impegno di Pianeta nella Consapevolezza

L'ambasciatore modenese del patto europeo per il clima Stefano Rimini invita a un cambiamento personale e collettivo per affrontare gli effetti del cambiamento climatico. Un progetto, "Erbacce", coinvolgerà tutta la città per promuovere un dibattito locale sui rischi climatici.

Cambiamento Climatico, l'Impegno di Pianeta nella Consapevolezza

Siamo di fronte a un’epoca di sconvolgimenti epocali. "Bisogna usare parole di verità senza fare allarmismi". Ma, soprattutto, "ogni giorno dobbiamo fare un piccolo pezzo di strada nella consapevolezza". Un percorso che non può essere fatto individualmente, ma coinvolgendo il maggior numero di persone, dai giovani sempre più interessati ai temi ambientali agli adulti. Ne è convinto Stefano Rimini, unico ambasciatore modenese del patto europeo per il clima, ideatore dell’associazione Pianeta che promuove domenica 16 un incontro su radici alimentari e sovranismo alimentare.

Si arriva a parlare di ambiente quasi esclusivamente dopo tragedie come alluvioni, frane e smottamenti che colpiscono il nostro territorio. Perché?

"Purtroppo è vero, c’è scarsa consapevolezza nonostante siano disponibili tanti studi e ricerche. L’ultimo rapporto di ‘XDI Cross dependency initiative’ che ha analizzato i rischi climatici in 2.600 regioni del pianeta sostiene che l’Emilia-Romagna sia tra le dieci regioni europee più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico. Secondo i dati diffusi dall’ultimo rapporto di Lega Ambiente ‘Mal’Aria di città 2023: cambio di passo cercasi’, Modena è la città che ha l’aria più inquinata della regione".

Lei è l’unico ambasciatore modenese del patto europeo per il clima; ce ne sono cinque in regione, 90 in Italia e 745 in tutta Europa. Qual è il vostro compito?

"Gli ambasciatori, che vengono nominati dalla Commissione europea, fanno da tramite tra la società civile, i portatori di interessi e la Commissione, con l’obiettivo di raggiungere quante più persone possibili per informarle e ispirarle a sostenere le azioni per contrastare gli effetti del clima che cambia".

Impegni che dovrebbero essere assunti ai piani alti, dalla politica e dalle istituzioni.

"Certamente alcune misure devono arrivare da loro, ma alcune sfide devono essere portate avanti da noi. Anche ai singoli cittadini è richiesto un cambiamento personale e dei propri stili di vita, dal limitare l’uso dell’auto fino a un impegno concreto nel differenziare bene i rifiuti. In questo i giovani sono più sensibili e Pianeta, anche attraverso loro, s’impegna a coinvolgere sempre più persone".

In che modo?

"Partiremo con un primo progetto, ‘Erbacce’, che presenteremo a settembre. Il progetto nasce con la collaborazione di due curatrici, Cinzia Ascari e Giulia Caverni e insieme a quattro associazioni del territorio: Gvc (Gruppo Volontari Crocetta), Ciclofficine, Modena sobborghi e Città futura. Coinvolgeremo tutta la città, ma in particolare faremo laboratori con ragazzi del dopo scuola".

Perché questo titolo?

"Il riferimento è a una pianta randagia, ribelle, tenace, che non chiede permesso e che può essere controllata. Come vuole essere Pianeta. Crediamo di poter offrire un contributo importante nel dibattito anche locale che sul cambiamento climatico e i suoi effetti sul territorio si deve comunque confrontare".

Paolo Tomassone