"Due storie di sport, quello bello e vero". Comincia così il post con cui il governatore Stefano Bonaccini racconta con orgoglio il premio consegnato nella mattinata di ieri alle squadre giovanili di Virtus Castelfranco e Granamica. I bolognesi, nel campionato Under 15, avevano chiesto all’arbitro di rivedere la sua decisione dopo aver fischiato un penalty a loro favore giudicato inesistente nella gara con lo Zola Predosa. Un bel gesto di fair play come quello messo in campo da Andrea Cuter, allenatore dei Giovanissimi 2008 della Virtus Castelfranco, che nella gara contro lo Junior Finale aveva deciso di togliere dal campo un suo giocatore dopo che la squadra avversaria era rimasta in dieci per un infortunio a un ragazzo (frattura del polso). Il Finale, che stava perdendo 4-0, aveva già esaurito i cambi e così ci ha pensato Cuter a ristabilire la parità numerica, dieci contro dieci. "Non pensavo di scatenare tutta questa attenzione, ho fatto una cosa che mi è venuta naturale per il mio modo di educare sul campo i ragazzi" aveva raccontato lo stesso 59enne allenatore già nei settori giovanili di Anzola, Maranello, Sant’Agata e Forese Nord. "In campo i ragazzi erano tutti scossi per l’infortunio – aveva spiegato – e ho pensato fosse giusto giocare in dieci anche noi. Ho tolto il nostro centrocampista più dotato, anche per mettere ’sotto stress’ i miei ragazzi, che hanno dovuto così affrontare una situazione nuova. L’ho già fatto altre volte in passato, il mio modo di fare calcio è questo, non mi ritengo un allenatore ma un formatore. Il risultato non lo seguo nemmeno, fosse per me non andrei nemmeno alle partire ma farei solo gli allenamenti. In primis metto al centro i ragazzi e la loro crescita. Lo faccio da 25 anni e mi considero purtroppo una ’mosca bianca’, le società non lo vedono troppo di buon occhio". La storia era stata portata alla ribalta dagli avversari del Finale sulla propria pagina Facebook e ieri è stata premiata anche dalla Regione col governatore Bonaccini che nel suo posto ha fatto "un plauso agli allenatori, ai dirigenti e ai giovani calciatori delle due società. Esempi che dimostrano come lo sport non sia solo competizione e agonismo, ma anche rispetto delle regole e degli avversari".
Davide Setti