REDAZIONE MODENA

Calabresi "Nel bosco ho ritrovato il tempo"

Festa del Racconto L’autore oggi a Carpi per presentare la sua ultima opera: "Ispirata da Sasso Fratino, lì ci sono alberi di seicento anni fa"

Mario Calabresi sarà alle 12.30 alla tenda di piazzale Re Astolfo a Carpi

Mario Calabresi sarà alle 12.30 alla tenda di piazzale Re Astolfo a Carpi

di Maria Silvia Cabri

È uno dei protagonisti del giornalismo italiano, ma ha anche una spiccata passione per il racconto, come emerge dalla serie ‘Altre/Storie’ per Chora Media. Mario Calabresi, questa mattina alle 12.30 alla tenda di piazzale Re Astolfo di Carpi nell’ambito della Festa del Racconto, presenterà, insieme a Irene Graziosi, il suo nuovo libro ‘Il tempo del bosco’ (Mondadori).

Calabresi, da dove nasce la sua passione per il racconto? "È più una passione per le storie delle persone: fin da bambino sono dotato di una grandissima curiosità. Più che giornalista/scrittore, amo definirmi uno ‘storyteller’: ascolto le storie delle persone, quello che loro accade, dalla lista d’attesa all’ospedale, al ritardo del treno, alla guerra, e poi cerco di capire come ogni evento abbia cambiato il corso delle loro vita. Trasformare una notizia in una storia".

Le ‘Altre/Storie’: quali sono? "Quelle che noi viviamo mentre l’opinione pubblica è rapita da quelle storie che fanno notizia (da Fedez/Ferragni a ministro Sangiorgi…), quando però intorno ci sono tanti altri avvenimenti che vengono ignorati ma che durano nel tempo".

Come nasce ‘Il tempo del bosco?’

"Una ragazza mi ha fermato nel cortile dell’università, doveva laurearsi, mi ha parlato della sua ansia, della paura di non essere all’altezza delle aspettative, piangeva e mi ha chiesto come si può scegliere la strada. Da questa domanda ho iniziato il mio viaggio in giro per l’Italia, alla ricerca delle storie di chi, attraverso la propria vita ordinaria e straordinaria, è stato capace di trovare una via nelle incertezze".

Al centro pone il ‘tempo’…

"Mi chiedo se esista un altro modo di vivere il tempo, di ‘fermarlo’, per noi. Abbiamo ancora bisogno di recuperare l’attenzione, il senso di un istante in cui esistono attesa e noia, e tornare a rimettere al centro le cose importanti e non quelle urgenti".

Che ruolo ha il ‘bosco’?

"Cercavo un luogo in Italia dove il tempo fosse fermo. Mi hanno indicato Sasso Fratino, sul crinale tra Romagna e Toscana: una riserva integrale dal 1959, per entrarci ci vuole il permesso dei carabinieri. È il bosco più integro d’Italia: ci sono alberi di cinque/seicento anni, erano già lì quando Colombo scoprì l’America, altri servirono a reggere la cupola di Brunelleschi. È un luogo dal tempo dilatato: vi passò Dante durante l’esilio, vi passava la linea gotica. E non prende il cellulare".

C’è un tempo in cui vorrebbe tornare?

"A quando le mie figlie avevano quattro anni e facevano delle domande meravigliose".

Lei ha alle spalle una storia durissima: avrebbe potuto crescere arrabbiato, rancoroso, invece non trasmette questi stati d’animo…

"Il tempo lungo, gli anni che passano, hanno un senso se consentono di elaborare. Come dice mia madre Gemma., ‘La memoria ha le gambe’".