VINCENZO MALARA
Cronaca

Modena, "punti oscuri nel bando per il Caffè Concerto"

La gestione dello storico locale interessa a molti, ma ci sono perplessità sul bando del Comune

Uno scorcio dei tavolini sotto i portici di piazza Grande

Modena, 7 febbraio 2018 - Il Caffè Concerto fa gola a tanti imprenditori e ‘celebrità’ modenesi. Come scritto nei giorni scorsi, in lizza per mettere le mani sul locale ci sarebbero – oltre all’attuale gestore Matteo De Pietri – nomi del calibro dell’ex calciatore Luca Toni, la proprietà del ‘212’ e il Gruppo Cremonini.

La lista dei papabili è lunghissima, ma tra loro c’è chi sarebbe in procinto di fare un passo indietro per via di diversi passaggi del bando (scadenza 6 marzo) poco convincenti.

Qualche esempio? Alcuni dei possibili partecipanti ravvedono il peso pressoché nullo (20 punti massimo) dell’offerta economica sul canone annuo d’affitto a base di gara (97mila euro), rispetto al progetto gestionale (80 punti). «Il paradosso – spiegano i ‘diffidenti’ – è che uno potrebbe offrire anche il minimo previsto ma vincere ugualmente perché la ‘fetta’ che conta è quella degli 80 punti spalmati su allestimento, personale e programma culturale. In questo modo c’è troppa discrezionalità della commissione valutatrice e, inevitabilmente, ad essere avvantaggiata è la vecchia gestione che può contare su anni di esperienza».

Altra incognita, sempre secondo alcuni potenziali concorrenti, «è la poca chiarezza riguardo alla valutazione del progetto da parte della Soprintendenza che ha tempo fino a sei mesi per dare un giudizio definitivo sulle migliorie interne. Va bene che il Comune ha acquisito gli arredi, ma molti di questi sono vecchi e vanno sistemati. Cosa succede al gestore se per caso la Soprintendenza si mette di traverso ad attività già iniziata?».

Per gli imprenditori, poi, «non è possibile siano assenti informazioni determinanti come il numero di dipendenti attuali del Caffè Concerto. Ci sono punti specifici per chi decide di assumere tutti i lavoratori o solo una parte, ma se non sappiamo quanti sono e il loro inquadramento contrattuale com’è possibile fare un ragionamento?». Resta, infine, l’amarezza per il ‘baratto’ degli arredi comprati dall’amministrazione che, di fatto, ha colmato il ‘rosso’ dell’attuale gestione. «Per il Comune – tuonano i concorrenti – in questo modo la gara è alla pari, ma non è così perché hanno comunque agevolato un potenziale partecipante che ora avrà meno debiti da pagare».