GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Bus, autisti senza soldi. I sindaci provano a unirsi: "Servono più risorse"

Le Regionali sono ritenute il momento migliore per tentare ’l’assalto’ a Tper. In ballo qualità e gestione del servizio. Pochi conducenti, Modena soffre di più.

Le Regionali sono ritenute il momento migliore per tentare ’l’assalto’ a Tper. In ballo qualità e gestione del servizio. Pochi conducenti, Modena soffre di più.

Le Regionali sono ritenute il momento migliore per tentare ’l’assalto’ a Tper. In ballo qualità e gestione del servizio. Pochi conducenti, Modena soffre di più.

Accantonare le divisioni del passato, parlare finalmente con una voce sola e approfittare del cambio di guardia in Regione per lanciare la sfida: in ballo ci sono la qualità del servizio per i cittadini e la futura governance. L’assedio contro l’amministratore delegato di Seta Riccardo Roat e contro Tper da parte degli enti pubblici che fanno parte di Seta – i Comuni di Modena, Reggio e Piacenza e le rispettive Province (tranne Piacenza) – è una strategia che ha l’obiettivo di riequilibrare i poteri, rendere gli autobus davvero un mezzo di trasporto attrattivo per i cittadini e armonizzare l’organizzazione fra le tre città, nelle quali al momento esistono invece condizioni di lavoro diverse. Passa dalla realizzazione di questi obiettivi l’eventuale ingresso nella futura Holding. Ci entriamo o non ci entriamo? E a quali condizioni? Questo è il dilemma. Già perché gli azionisti pubblici sono ammaliati dalle sirene parmensi, la Tep nella città ducale si permette il lusso anche le corse notturne, per dire.

Tentazioni autarchiche a parte comunque, i soci pubblici a settembre avevano battuto i pugni dopo l’ennesimo filotto di disservizi ("Ora basta, serve un cambio di passo!") e avevano chiesto al cda di Seta, il cui amministratore delegato è nominato da Tper, più risorse per il reperimento degli autisti e il potenziamento di un servizio bus. La bozza di piano industriale rispedisce al mittente l’istanza, ma anche la stessa Academy per reclutare conducenti rischia di trasformarsi in una beffa per l’azienda: ti paghiamo 5mila euro per prenderti la patente e poi uno se ne va a svolgere il lavoro altrove perché vivere a Modena con quello stipendio è impossibile. Un problema nel problema: dappertutto c’è carenza di autisti, ma sotto la Ghirlandina di più. Come mai? Si formulano ipotesi: la più plausibile è che Modena ha più conducenti da fuori regione rispetto a Reggio e Piacenza. Chi deve trasferirsi dal Sud ha oggi una maggiore difficoltà a risiedere in una città che soprattutto dopo la pandemia è diventata economicamente insostenibile. Si pensi agli affitti, ma non solo. C’è stato un mega turn over di 300 conducenti negli ultimi anni. Mentre prima del covid a una selezione si sono presentati 500 candidati, alla polisportiva Gino Pini nel 2020 per la precisione. Sembra passata un’era geologica. Inoltre, con fondi Pnrr le aziende di trasporto pubblico del Sud Italia hanno ripreso le assunzioni che erano rimaste ferme per un po’, frenando così l’esodo verso Nord.

E d’altra parte spunta un elemento nuovo: la congiuntura astrale di tre sindaci nuovi, che hanno il privilegio di potersi scordare il passato e le sue acrimonie, in particolare i derby tra Modena e Reggio sulla provenienza dell’amministratore delegato (ai tempi di Pietro Odorici) e sulla collocazione della sede. Campanilismi che hanno contribuito a indebolire il fronte pubblico di Seta, che se unito avrebbe la maggioranza assoluta della compagine societaria (50,5%). Massimo Mezzetti, Marco Massari e Katia Tarasconi si muoveranno stavolta come un sol uomo? L’attuale ‘vuoto di potere’ in Regione in attesa delle elezioni appare il momento propizio per rimettere in discussione gli assetti che fino ieri sembravano granitici e dai confini assai porosi, laddove per esempio si ventila che il futuro presidente della Holding possa essere l’attuale assessore ai Trasporti Andrea Corsini.