
Per mesi, da indagata per omicidio volontario, è stata accusata di aver ucciso suo figlio di 4 anni, morto per arresto cardio-circolatorio provocato, nelle ipotesi, da un giocattolo finito in bocca. Ora, a distanza di due anni da quel maledetto 23 aprile del 2018, la Procura di Modena è giunta ad una conclusione ben diversa: Anna Beltrami potrebbe aver commesso un omicidio colposo, quindi non dettato da una precisa intenzione ma causato dalla negligenza di non aver sufficientemente vigilato sul piccolo Nicolas.
Con questa accusa la Procura ha chiuso le indagini a carico della trentaduenne carpigiana, l’avviso è stato consegnato all’interessata in questi giorni e si attende una probabile richiesta di rinvio a giudizio. "Attendiamo la riapertura degli uffici del tribunale, l’11 maggio, per poter leggere le carte dell’indagine – commenta l’avvocato Luca Brezigar – sappiamo solo che l’indagine ha preso una strada diversa, le accuse sono completamente degradate. Abbiamo fiducia che la nostra attività sarà presa in considerazione".
A partire dall’11 maggio la difesa avrà 20 giorni di tempo per produrre memorie, documenti o per chiedere che la donna venga interrogata. Anna Beltrami non è mai stata sottoposta a misure restrittive e ora si trova a casa, in attesa di sviluppi. All’epoca della morte del figlio lavorava in un bed and breakfast a Soliera ed era molto conosciuta anche a Carpi dove aveva lavorato come commessa in un negozio. Il 23 aprile del 2018 era una bella giornata di sole, portò il figlio a giocare in un prato vicino a un canale nelle campagne tra Limidi e Carpi. Nicolas giocava spensierato e aveva con sé uno dei suoi giocattoli preferiti, un pupazzetto lungo dieci centimetri e largo quattro a forma di gatto. La donna ha raccontato che all’improvviso il figlio si è allontanato correndo ed è caduto a pancia in giù: quando è andata a soccorrerlo ha visto che aveva in bocca il giocattolo, conficcato in gola. L’ha caricato in auto e portato al Policlinico di Modena ma Nicolas era già in arresto cardiorespiratorio e purtroppo non c’è stato nulla da fare. Fin da subito i carabinieri hanno avuto dubbi sulla versione raccontata dalla donna che, al momento del dramma, era l’unica persona presente. I militari fecero diversi sopralluoghi sul luogo in cui sarebbe avvenuta la morte del piccolo, un prato vicino ad un canale, e nell’abitazione di Anna Beltrami. All’autopsia hanno partecipato i periti incaricati tra cui quello della difesa ma gli esiti completi sono contenuti nel fascicolo delle indagini preliminari al momento inaccessibile per la temporanea chiusura degli uffici giudiziari.