di Alberto Greco
Pare avveniristico il progetto che l’Europa ha deciso di sostenere con un finanziamento avanzato al professor Michele De Luca, direttore del Centro di Medicina Rigenerativa "Stefano Ferrari" di Unimore. Il progettopunta alla produzione di una nuova epidermide geneticamente modificata e interamente "costruita" in laboratorio. Per questa idea il Consiglio Europeo della Ricerca (Erc ha assegnato allo scienziato modenese quasi 2,5 milioni di euro che riceverà nell’arco di un quinquennio. Serviranno ad individuare soluzioni terapeutiche per affrontare malattie genetiche della pelle e di altri epiteli di rivestimento non ancora aggredibili con le tecnologie attualmente disponibili, come, ad esempio, le forme dominanti della epidermolisi bollosa e, in futuro, di "altre malattie genetiche a trasmissione dominante che colpiscono altri epiteli come la cornea" dice De Luca. Conquistare la fiducia di Erc non è stato semplice, poiché si è dovuta superare una agguerrita concorrenza. I progetti presentati sono stati in tutto 2.678 e l’Erc ne ha ammessi a finanziamento 209. In particolare, nel gruppo delle scienze della vita, per cui concorreva il progetto De Luca, su 746 progetti ne sono stati ammessi 62, tre dei quali italiani, Modena, Torino e Firenze. Il rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro sottolinea con soddisfazione che "gli ’Advanced Grants’ sono una forma di finanziamento a lungo termine della ricerca molto prestigiosa ed ambita poiché possono partecipare solo ricercatori affermati con alle spalle un solido curriculum scientifico". Il professor De Luca sottolinea che "questo finanziamento è importantissimo per la ricerca e lo svilupperemo in collaborazione gratuita con Holostem Terapie Avanzate e con l’università La Sapienza di Roma. Ma è anche importante per lo sviluppo delle prossime terapie geniche per i bambini farfalla".
"La novità di questo progetto –prosegue De Luca – è che unendo assieme ricerche di base sulla biologia delle cellule staminali dell’epidermide e tecnologie innovative di correzione genetica potremo affrontare quelle forme di malattie genetiche a trasmissione dominante che adesso non sono facilmente aggredibili dalle tecnologie di cui disponiamo. Noi essenzialmente lavoriamo sulle cellule degli epiteli, però i principi che svilupperemo nel progetto sono principi generali che possono essere applicati ad altri tessuti, soprattutto a tessuti che hanno un alto rinnovamento".
"Per quanto riguarda la forma giunzionale – conclude De Luca – stiamo per partire proprio in questi mesi con una sperimentazione clinica multicentrica europea, che coinvolge ovviamente anche il Policlinico di Modena, indispensabile per giungere rapidamente ad una approvazione della terapia genica da parte delle autorità regolatorie. Nel corso dell’anno prossimo, poi, faremo partire una sperimentazione, anch’essa multicentrica europea, sulla forma distrofica della epidermolisi bollosa, usando un vettore virale nuovo che abbiamo sviluppato negli ultimi due anni. A livello preclinico stiamo inoltre lavorando anche sulle forme più gravi della epidermolisi bollosa semplice".