Il lotto numero 7, una mountain bike nera, non se lo è preso nessuno, nonostante il prezzo (30 euro) fosse invitante. La stessa sorte hanno subito le due biciclette da bambino e un altro lotto penalizzato dalla ruota anteriore inservibile. Dieci dei 17 mezzi messi all’asta dall’Amministrazione comunale sono comunque stati assegnati, fruttando un incasso di 630 euro che verranno devoluti al centro antiviolenza ‘Tina’ che fa capo all’Unione dei Comuni.
Questi, a volerne fare sintesi, gli esiti dell’asta pubblica celebratasi ieri mattina in piazza Garibaldi che ha visto messi all’asta alcuni degli oggetti – biciclette, in questo caso, che facevano bella mostra di sé, in piazza piccola, davanti agli sguardi incuriositi dei più - rinvenuti sul territorio e non rivendicati né reclamati dai proprietari nei termini di legge. Presente il Sindaco Matteo Mesini e alcuni operatori che hanno ‘gestito’, dal punto di vista pratico, gli esiti dell’asta stessa, che ha visto comunque buona parte di quanto esposto trovare, in un certo senso, un nuovo ‘padrone’. Qualcuno l’affare lo ha fatto – facendo anche beneficenza – qualcun altro dovrà necessariamente mettere mano a mezzi che in alcuni casi abbisognavano comunque di qualche piccola manutenzione. Tant’è, per la cronaca resta da aggiungere come il lotto più ‘caro’ sia risultato il numero 16, ovvero una mountain bike di colore nero e arancio marca ‘Esperia’, battuta a 120 euro dopo un paio di rilanci, mentre il lotto più ‘combattuto’ è stata una bicicletta a pedalata assistita che, partita da una base d’asta di 50 euro, è stata assegnata a 100. Il controvalore dei lotti era di 780 euro, l’incasso finale è risultato essere: tutto sommato non è nemmeno andata malissimo anche se l’anno scorso vennero raccolti oltre 2mila euro: all’asta, tuttavia, c’erano oltre 20 lotti, e molto più ‘consistenti’.
Stefano Fogliani