Valentina Reggiani
Cronaca

Bibbia di Borso d’Este falsificata: a processo

Alla sbarra un ex dipendente ’infedele’ della Franco Cosimo Panini e il suo complice, un rilegatore. Ieri la prima udienza

«Si, ho acquistato un libro e ho trattato il prezzo con un commerciante romano: mi aveva chiesto diecimila euro ma l’ho pagato seimila». E’ iniziato ieri il processo nei confronti dei due principali componenti della banda di falsari sorpresi a vendere la preziosa Bibbia di Borso D’Este, abilmente contraffatta, ad un collezionista romano.

Il caso è quello che ha visto indagati il 55enne campano residente in città, trovato in possesso del libro della casa editrice per cui aveva lavorato una vita, la ‘Franco Cosimo Panini’ e il complice 32enne collaboratore esperto di legatoria. Il dipendente infedele e l’amico sono accusati appunto di contraffazione aggravata e appropriazione indebita. Parte civile al processo appunto la casa editrice che ha chiesto danni per due milioni di euro. Cifra che, secondo la difesa, non corrisponderebbe al rale danno cagionato all’azienda. Ma il processo si è appena aperto e ieri sono stati appunto sentiti in aula i primi due testimoni che hanno confermato l’acquisto di testi. La prossima udienza è prevista per l’undici novembre. Il caso risale al 2014, quando le fiamme gialle sequestrarono al 50enne - che aveva trasformato il proprio garage in un magazzino - oltre 22 mila tra prodotti finiti e semilavorati, fogli stampati, velluti di seta e altri decori pregiati sottratti alla Panini e del valore commerciale, secondo i periti della casa Editrice, superiore ai 2 milioni di euro. La pubblicazione contraffatta rientrava nella collana di libri d’arte denominata la ‘Biblioteca impossibile’, che riproduce integralmente i massimi capolavori della miniatura rinascimentale, tra cui appunto la Bibbia di Borso d’Este, del valore di 26mila euro. A gennaio dello stesso anno i finanzieri avevano sorpreso il dipendente infedele in stazione a Modena, pronto a vendere la Bibbia (falsa) ad un collezionista. Dalle indagini della finanza, contattata dalla stessa Casa Editrice, insospettita dai prezzi troppo bassi delle copie del facsimile immesse sul mercato di nicchia, era infatti emerso come l’uomo fosse in realtà a capo di una vera e propria banda specializzata nella contraffazione di libri d’arte prodotti dalla Panini, che ha confezionato Bibbie arrivate anche in Vaticano, grazie alla lungimiranza di Franco Cosimo Panini, scomparso nel 2007. Lo storico dipendente godeva della massima fiducia dei titolari, tanto da disporre delle chiavi dei magazzini. Proprio per questo, secondo le indagini sarebbe riuscito a sottrarre dalla sede la notevole quantità di materiale con il quale aveva confezionato, con la complicità del legatore, i libri falsi.