ALBERTO GRECO
Cronaca

Bellco, licenziamenti sospesi. Primi spiragli nella vertenza. Il personale oggi torna al lavoro

Dopo il pressing dei sindacati, rassicurazioni dell’azienda nell’incontro ospitato da Confindustria. Stop alle procedure per gli esuberi fino al confronto del 26 giugno in Regione. "Ripartito il dialogo".

Bellco, licenziamenti sospesi. Primi spiragli nella vertenza. Il personale oggi torna al lavoro

Bellco, licenziamenti sospesi. Primi spiragli nella vertenza. Il personale oggi torna al lavoro

Scompare nella vertenza Mozarc – Bellco quella che fino a ieri è stata definita "la spada di Damocle" dei temuti licenziamenti che si prospettavano dopo l’annuncio dato dalla azienda di 350 esuberi, 300 diretti e 50 somministrati. Se qualche giorno fa dopo avere appreso della convocazione dei tavoli regionale il 26 giugno e nazionale, il 9 luglio, per i dipendenti del sito produttivo mirandolese Bellco si poteva parlare di semplice schiarita, il comunicato diffuso ieri dalla proprietà statunitense, al temine di un serrato confronto tenutosi in sede di Confindustria Emilia Centro a Modena, ha consentito di intravedere finalmente l’azzurro del cielo. "Nel corso dell’incontro odierno (ieri per chi legge ndr) tenutosi in Confindustria Emilia Area Centro, l’azienda – si legge nel comunicato diffuso in tarda mattinata – ha illustrato nel dettaglio le motivazioni alla base della comunicazione effettuata alle RSU in data 12 giugno. Valutatala la situazione, ascoltate le preoccupazioni sindacali e delle RSU, l’azienda ha dichiarato la propria disponibilità a non intraprendere azioni unilaterali sino al prossimo incontro istituzionale, confermando altresì la volontà di esplorare tutte le possibili soluzioni per gestire la situazione. L’azienda coglie infine con favore il fatto che oggi sia ripartito il dialogo". All’incontro di ieri, prodotto certamente dell’interessamento dal presidente nazionale di Confindustria, il modenese Emanuele Orsini, iniziato verso le 9.30 erano presenti una folta delegazione sindacale composta da una ventina di persone e guidata dai segretari generali provinciali di Cgil, Daniele Dieci, e di Cisl Emilia Centrale, Rosamaria Papaleo, mentre a rappresentare la proprietà c’erano Luca Bernardi, amministratore delegato di Bellco, Alessandro Di Mauro, responsabile risorse umane, e Marcello Terrieri dell’ufficio risorse umane con Domenico Bellifemine per conto di Confindustria. La sospensione della procedura avviata con la comunicazione del 12 giugno – definita da entrambi i segretari confederali come un gesto di "apertura" – rimette sul giusto binario una vertenza che queste otto giornate di lotta hanno dimostrato non riguarda solo Mozarc – Bellco, ma investe un intero territorio e l’immagine di un comparto, il biomedicale, che non è solo produzione di filtri e dispositivi per i dializzati acuti, ma è molto di più. Prospettare la chiusura della produzione in una azienda storica del biomedicale come Bellco, nata per volontà di Mario Veronesi nel 1973, è un "vulnus", è come immaginare di potere tagliare le radici di un Distretto, quello di Mirandola, che oggi è il terzo per dimensione e fatturato al mondo. Per questo attorno a Bellco la mobilitazione, in questi giorni, è stata corale ed ha investito la solidarietà delle altre aziende del territorio, dei sindacati, delle istituzioni, della stessa chiesa, della intera comunità dell’Area Nord modenese e rapidamente si è giunti a strappare la convocazione sia di un tavolo regionale il 26 giugno che di quello nazionale al Mimit il 9 luglio. Il presidio davanti alla azienda, nell’affollata assemblea con tutti i lavoratori, riuniti nel pomeriggio di ieri nel piazzale dell’azienda e con oltre 130 persone collegate in streaming, per riferire sull’esito dell’incontro – a schiacciante maggioranza – si è deciso proseguirà almeno fino al 9 luglio, giorno del tavolo convocato a Roma dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ma da stamane il personale tornerà al lavoro.