DAVIDE MISERENDINO
Cronaca

«Battuti dal ‘sistema’ Pd»

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«QUI a Modena c’è un sistema del consenso che funziona benissimo. Ed è proprio quello che volevamo cambiare».

Il giorno dopo il vortice delle urne, che hanno premiato Gian Carlo Muzzarelli riconfermandolo sindaco al primo turno, Stefano Prampolini appare disteso. «Ci abbiamo provato, non ho rimpianti», dice. Senza tradire i suoi modi ‘compiti’, però, qualche freccia contro gli avversari la scaglia: «L’appartenenza, quando arriva il momento di votare, premia...».

Prampolini, come va?

«Speravamo di andare al ballottaggio, abbiamo fatto il massimo».

Un’analisi del voto?

«Voglio dire, in primis, che rispetto moltissimo il voto dei modenesi. E’ stato bravo il gruppo che ha sostenuto Muzzarelli: hanno battuto la città in lungo e in largo e i risultati, come è evidente, sono arrivati. Poi avevano l’appoggio delle associazioni, dei sindacati, della sanità, penso alla vicenda dei filippini al Policlinico. E potevano contare anche sull’aiuto di Bonaccini, che da presidente della Regione si è speso moltissimo, soprattutto nel rush finale, per il candidato del Pd».

E’ il ‘sistema Modena’ che ha tanto criticato in campagna elettorale?

«Il mio slogan era ‘competenza e non appartenenza’. E questo sistema del consenso, è evidente, si basa sull’appartenenza. E’ un tessuto molto stretto, in cui è difficile infilarsi. E comporta dei rischi perché ingessa la città».

Crede che le responsabilità della sconfitta vadano cercate anche nel centrodestra?

«Be’, bisogna tenere presente che nel centrodestra ci sono persone che lavorano. La nostra non è una coalizione di professionisti della politica. E se da una parte è uno svantaggio, dall’altra è un vantaggio perché significa che abbiamo davvero il tavolo sgombro».

Ora entrate in consiglio con un folto gruppo: per il centrodestra ci sono nove sedie.

«Esatto, è un bel gruppo. Sappiamo che il Pd non accoglie volentieri le proposte dell’opposizione, ma ci proveremo lo stesso. Terremo fede alla nostra campagna elettorale, portando avanti i punti del nostro programma».

Darete battaglia, insomma.

«Sì, anche se preferisco parlare di proposte piuttosto che di battaglie».

Il Pd stavolta dovrà tenere insieme una maggioranza più composita. Crede avrà difficoltà?

«Non credo proprio, hanno settant’anni di esperienza, sanno benissimo come fare».

Ora continuerà a lavorare anche nel partito, la Lega, oltre che in consiglio?

«Mi sono impegnato volentieri in questa campagna elettorale, mettendoci la faccia. E non mi rimprovero nulla. Abbiamo una bella squadra e sono contento. Per il momento pensiamo al consiglio comunale».