Modena, 5 novembre 2024 – Sciopero di quattro ore con presidio fuori dai cancelli della Maserati ad accogliere l’amministratore delegato di Stellantis Carlo Tavares. La protesta organizzata dalla rsa Fiom Cgil è iniziata alle 8 fino alle 12 davanti alla sede di via Menotti. "A Tavares – riferiscono dal sindacato – diremo che la Maserati ha bisogno subito di nuovi modelli per essere rilanciata altrimenti non sono chiari i motivi della sua venuta. Le lavoratrici e i lavoratori continuano a perdere un’importante fetta di salario ogni mese, mentre il suo stipendio come quelli di ogni altro dirigente Stellantis continuano a crescere". La sua remunerazione di 37 milioni di euro "equivale a quella di mille operai solo quando hanno la possibilità di lavorare tutti i giorni".
Oltretutto, "si parla di almeno 100 milioni di euro di buona uscita quando l’ad lascerà Stellantis il prossimo anno". Una rabbia che poggia su numeri sconfortanti: i 150 addetti alla produzione sono in cassa integrazione pesante e ora anche gli oltre 700 professionisti del reparto Engineering sono coinvolti negli ammortizzatori sociali una volta a settimana. "I giorni di lavoro si riducono sempre di più raggiungendo a fatica la media lavorativa di 4-5 giorni al mese. E il 2025 non promette nulla di buono rispetto ad un 2024 indicato come l’anno peggiore di sempre".
È vero che l’automotive, e il relativo indotto, è in crisi a livello europeo e mondiale, complice la sovrapproduzione e una transizione elettrica al momento incompiuta. "Ma la Maserati resta l’unica realtà industriale di vetture di lusso colpita". Ma come uscire dalla crisi secondo il sindacato? "C’è bisogno di un piano pubblico di conversione e sviluppo". Il Tridente ha visto negli anni una lenta ma progressiva perdita di produzione e di numero di addetti. Non più tardi di due anni fa è stato chiuso lo stabilimento in un’altra parte della città, mentre di recente si è assistito alla dismissione di Innovation Lab, dedicato a ricerca e sviluppo che fino a poco tempo fa contava circa un migliaio di lavoratori. Rimane via Menotti dove i lavoratori sono in cassa integrazione da gennaio.