Va al funerale del nonno e, dentro al cimitero, trova una bomba a mano della Seconda Guerra Mondiale. E’ questa, in estrema sintesi, la vicenda che vede come involontario protagonista un bambino di quasi 8 anni di Palagano, che lunedì scorso era andato coi suoi genitori al funerale del nonno materno, a Levizzano di Baiso, nel Reggiano. A raccontare come si sono svolti i fatti è il padre del piccolo, M.T., ex carabiniere ed esperto di armi, che spiega: "L’episodio è accaduto lunedì scorso, durante le operazioni per la sepoltura di mio suocero. Gli operatori comunali del cimitero avevano scavato una fossa di circa 2 metri di profondità per adagiarvi la cassa. Mio figlio si è avvicinato per andare a mettere un fiore sulla tomba del nonno e poi, a un certo punto, ha notato uno strano oggetto emerso durante lo scavo della terra; lo ha raccolto e me lo ha portato per farmelo vedere. Ovviamente, non era affatto cosciente della sua pericolosità, e quando ha detto ’guarda papà cosa ho trovato!’, io ho subito capito che si trattava di una ’Mills’, una bomba a mano a frammentazione di fabbricazione britannica, con la tipica spoletta laterale. Tra l’altro – prosegue il padre del protagonista del ritrovamento – la spoletta era già aperta, quindi la situazione si presentava potenzialmente molto pericolosa". Con grande freddezza, per cercare da una parte di mettere tutti in sicurezza, dall’altra di non creare quel panico che avrebbe potuto ingenerare altri incidenti, l’uomo ha quindi appoggiato l’ordigno vicino a un muro del cimitero e poi ha congedato i parenti e gli amici che erano rimasti al camposanto.
"Fortunatamente la cerimonia era ormai al termine – riferisce infatti sempre M.T. – quindi mi sono accertato che uscissero tutti dal cimitero e ho chiamato i carabinieri, avvertendoli che sarebbe stato necessario l’intervento degli artificieri perché era stato ritrovato questo ordigno. In attesa dell’arrivo dei militari, che poi hanno agito con grande professionalità, mi sono messo davanti al cimitero per assicurarmi che non entrasse nessuno". Il resto è storia nota: sono stati attivati gli artificieri del genio militare di Piacenza e la bomba a mano ieri è stata fatta finalmente esplodere senza che vi siano stati incidenti. Tuttavia, lo stesso M.T. rileva: "In effetti oggi ci si pensa poco, ma quello che è capitato a mio figlio potrebbe succedere a tanti altri, specialmente nelle nostre zone, dove infuriarono diversi combattimenti durante la Seconda Guerra Mondiale. L’importante è non raccogliere oggetti sconosciuti da terra e, in caso di sospetti, avvertire le forze dell’ordine. A ripensare a quello che è capitato con mio figlio vengono i brividi, perché un bimbo non ha ovviamente coscienza del pericolo. Per fortuna, tutto è andato bene e la cosa si è risolta per il meglio".
Marco Pederzoli