Modena, 3 giugno 2022 - "Ho preso il bimbo e l'ho lanciato dalla finestra; non so perché l'ho fatto; ho avuto un malore, una sorta di catalessi". Questa la confessione (video) davanti al giudice, durante l'udienza di convalida in carcere, della babysitter Monica Santi, 32 anni carpigiana, accusata di tentato omicidio nei confronti di un bambino di 13 mesi di Soliera che aveva in custodia dal gennaio scorso (foto). Il giudice Scarpa ha convalidato l'arresto della babysitter disponendo la misura della custodia cautelare in carcere. Le motivazioni sono legate al rischio di reiterazione del reato secondo il giudice. Anche la difesa non aveva chiesto misure alternative.
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Dopo aver gettato dalla finestra il piccolo Monica ha detto di aver trovato solo la forza di scendere al piano inferiore per dire la famosa frase "Il bambino ora è libero": alla colf. Una richiesta di aiuto secondo l’avvocato. "L’ho dovuta ripetere più volte alla donna delle pulizie per far capire che il bambino era sul retro - ha spiegato la carpigiana davanti al giudice - poi non ho capito più nulla. Ho avuto insoddisfazioni lavorative a fine giugno, ero impiegata amministrativa in azienda e a seguito di quell’insuccesso ho avuto una crisi. Mi sentivo sola , non accettata".
Purtroppo, secondo la difesa a quel malessere col tempo è aumentato e scaturito in quel gesto. "A breve ci sarà incidente probatorio con incarico al perito - spiega infine il legale - Sarà da capire se le problematiche psico sociali abbiano influito sul gesto appunto. Il Pm ha chiesto misura cautelare carceraria. E Non mi sono opposta perché ritengo che in questo momento sia maggiormente tutelata in carcere che non all’esterno. Il giudice si è riservato sulla decisione.
Intanto, restano stazionarie, ma sempre gravi, le condizioni del bimbo di soli 13 mesi, di Soliera, ricoverato al Maggiore di Bologna in Terapia semi-intensiva e con prognosi riservata. Nella sala d’attesa del reparto in cui è ricoverato il piccolo, nel pieno rispetto del silenzio, è un continuo ‘pellegrinaggio’ di parenti e amici che si sono stretti ai genitori e ai nonni, da 72 ore chiusi nel dolore e nella speranza.
Soliera sotto shock
Nel frattempo, il paese è ancora sotto shock: gli abitanti di Soliera non si danno pace di quanto accaduto. Parole di grande vicinanza alla famiglia giungono da don Francesco Preziosi, parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Soliera: "Conosco la famiglia del bambino, sono stato io a battezzarlo. Quello che noi ora come Chiesa possiamo fare è pregare. Martedì, giorno in cui è avvenuto il terribile evento, si chiudeva il mese dedicato alla Madonna. Durante il pellegrinaggio della sera abbiamo pregato per lui recitando il rosario. Inoltre, da martedì tutti i giorni nelle due messe feriali ricordiamo sempre il piccolo e la sua famiglia. II compito della Chiesa ora è quello di pregare perché si compia il miracolo. Una tragedia è sempre una tragedia: le indagini e altri tipi di giudizi spetteranno agli inquirenti. Il nostro invito è quello di unirsi nella preghiera".
"Non ci capacitiamo di come questo sia potuto accadere – dice l’ex parroco di Soliera don Antonio Manfredini –. Ma a noi non competono i giudizi. I bambini hanno sempre un Angelo custode che vigila su di loro: sono certo che quel giorno l’Angelo custode abbia posto ‘un cuscino’ sull’asfalto per attutire la caduta del piccolo: un mezzo miracolo già si è compiuto, preghiamo perché il miracolo si compia del tutto".
Le indagini
Nel corso dell’incontro con il proprio legale dei giorni scosi, l’avvocato Francesca Neri, la 32enne avrebbe chiesto più volte informazioni sulle condizioni di salute del piccolo ma non avrebbe saputo ricostruire nulla dei terribili momenti in cui avrebbe lasciato cadere il minore dalla finestra. Sicuramente sarà disposta per Santi una perizia psichiatrica: in caso contrario il legale ha fatto sapere che nominerà un proprio perito.