VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Baby gang sgominata: "Mio figlio ha denunciato perché non capiti ad altri"

Il padre di una delle vittime: "Fu aggredito in autostazione da 5 giovani. Ha avuto coraggio fidandosi di polizia e istituzioni: ora giustizia è fatta"

Mario Paternoster, dirigente della squadra mobile

Mario Paternoster, dirigente della squadra mobile

Modena, 10 gennaio 2025 – "Cosa lo ha ferito di più? L’inerzia degli altri. Cosa lo spaventa ancora? L’idea che ragazzini più piccoli di lui continuassero a calciarlo sulla testa mentre era a terra, indifeso". Così il papà di una delle tante vittime dei cinque studenti minorenni ora in comunità, poiché destinatari delle misure emesse dal Gip del tribunale dei Minori essendo stati ritenuti responsabili di aggressioni, rapine e tentate rapine ai danni di coetanei.

Fatti che sono avvenuti tra la stazione delle autocorriere, quella dei treni e davanti agli istituti scolastici. I cinque sono stati individuati grazie ad una brillante attività condotta da squadra mobile, carabinieri e polizia locale.

Suo figlio è una delle vittime del ’branco’. Cosa ha subito e quando?

"E’ stato aggredito a metà novembre mentre, dopo la scuola, si trovava alla stazione delle autocorriere. Avrebbe dovuto prendere l’autobus per tornare a casa, a Soliera. La stazione era gremita a quell’ora, eppure è stato accerchiato da cinque; prima tre e poi gli altri due gli sono arrivati alle spalle. Lo hanno malmenato pretendendo soldi; lo hanno picchiato pesantemente.

Si erano avvicinati chiedendo spiccioli e quando lui ha risposto che con sè non aveva nulla, hanno iniziato a picchiarlo con estrema brutalità anche quando già si trovava a terra e nessuno è intervenuto. Ha solo 16 anni ma anche un grande coraggio. Tra l’altro quella stessa mattina le aggressioni in due ore erano state ben tre; una a mio figlio, una davanti al Barozzi ed una in piazza Mazzini".

Ha subito denunciato?

"Mio figlio è riuscito a divincolarsi ed è salito sulla corriera per poi tornare a casa. Mi ha subito chiamato e poco dopo mi ha contattato un agente della squadra mobile. Nella drammaticità dell’evento abbiamo fatto tesoro di tanti riscontri positivi: ci ha contattato subito l’ispettore, che con mio figlio è stato davvero premuroso. L’indomani ci siamo recati in questura per sporgere denuncia. Ascoltando le dinamiche, il poliziotto ha subito capito che si trattava di un noto gruppo di ragazzi che già aveva creato problemi simili.

La settimana successiva ha fatto il riconoscimento e ieri lo stesso ispettore mi ha confermato l’esito dell’inchiesta. Siamo felici".

Come avete preso la notizia delle misure cautelari?

"Siamo contenti perché giustizia è stata fatta e speriamo che questi ragazzi ora possano fare un percorso. Ringrazio le forze dell’ordine: l’esperienza di solidarietà e professionalità di tutte le istituzioni è stata importante. Mi hanno contattato anche i sindaci di Soliera e Campogalliano per sapere come stesse mio figlio e l’ispettore lo ha ricontattato. Questo è stato importante per dargli fiducia verso le istituzioni. Mio figlio era felice poiché la sua denuncia ha portato ad un risultato: temeva che potesse capitare anche ad altri".

Come sta suo figlio oggi?

"Ha scelto di tornare subito a scuola; non ha voluto darla vinta a nessuno. Ha sempre dimostrato tanta forza ma sicuramente non è facile, sono eventi che lasciano strascichi a livello psicologico. Lui ha continuato la sua vita, a muoversi in modo indipendente ma si cerca sempre di parlare, di tenere il dialogo aperto. Quando ha saputo che i suoi aggressori erano stati presi era contento: ha detto che giustizia era stata fatta.

Gli è rimasta dentro la violenza gratuita però, il fatto che ragazzi più giovani di lui avessero continuato a calciarlo in testa anche mentre era a terra ma quello che lo ha ferito di più è stata l’inerzia degli altri: nessuno intorno ha fatto nulla per salvarlo ma lui, al contrario, ha denunciato affinchè nessuno subisse ciò che aveva subito lui".