Modena, 31 ottobre 2024 – “La Corte d’Assise ritiene non sussistano conflitti di interesse tra la minore e il padre. Non si procederà alla nomina di un curatore speciale, come chiesto dalla procura”.
Dunque, a rappresentare la bambina sarà il legale scelto da Nicholas Negrini, ma in ogni caso la piccola avrà un suo avvocato dopo le perplessità dell’Udi sulla sua tutela.
E’ stata questa la decisione assunta ieri mattina dalla presidente della Corte D’Assise, dottoressa Ester Russo, nell’ambito del delicato processo per l’omicidio della giovane mamma di Ravarino Alice Neri, che vede alla sbarra il tunisino Mohamed Gaaloul.
La presidente, dinanzi alla richiesta della procura a cui si sono ‘associati’ Udi e Casa delle donne, ha ribadito come “l’interesse di questo processo è l’accertamento della verità, non quello di veder condannato l’imputato”. Nei giorni scorsi l’avvocato Ingroia, che rappresenta il vedovo della vittima, aveva rinunciato al mandato per quanto riguarda la minore, che oggi ha sei anni al fine di evitare strumentalizzazioni, a fronte delle pregresse dichiarazioni di Udi che riteneva sussistere una sorta di ‘collusione’ tra i legali di Negrini e la difesa dell’imputato. La piccola, che oggi ha sei anni, sarà rappresentata dall’avvocato Luca Brezigar.
“Negrini ha ritenuto che vi fosse la necessità di rasserenare il clima e far si che gli interessi della minore fossero formalmente assistiti da un difensore diverso, affinché non si potesse più parlare, cosa che ritiene non vera, di conflitti di interessi e ’collusione’ con la difesa dell’imputato”. L’avvocato Eolo Alessandro Magno, per lo studio Ingroia afferma a tal proposito: “Questa difesa, sin dall’inizio del processo, ha espresso perplessità sulla conduzione delle indagini e ha evidenziato che non è interesse di Negrini giungere ad una verità qualsiasi ma garantire alla figlia una verità assoluta e quindi l’accertamento dei fatti e delle responsabilità”.
Ieri in aula sono stati sentiti i consulenti della procura, tra cui il dottor Ferraro e un luogotenente che hanno parlato rispettivamente degli accertamenti svolti sulle celle telefoniche del cosiddetto terzo uomo (quindi la geolocalizzazione) e sui tabulati telefonici di tutte le parti.
Secondo il consulente i dati estrapolati dal cellulare del terzo uomo potrebbero essere stati dallo stesso modificati senza che ne resti traccia. “Dalle testimonianza sui tabulati – affermano Magno e la consulente Katia Sartori – è emerso che il cambio di aggancio della cella non significa che il cellulare sia stato fisicamente spostato”.
All’esito dell’udienza l’avvocato che rappresenta la famiglia della vittima, Cosimo Zaccaria, si è detto invece soddisfatto per l’udienza: “La Corte d’Assise ha accolto le nostre considerazioni sulla possibilità di usare i dati Google del cosiddetto ’terzo uomo’. Dati che escludono matematicamente il suo coinvolgimento nell’uccisione di Alice. In questo modo si sgretola l’ipotesi alternativa avanzata dalla difesa”.