VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Avvocatessa trovata morta in casa, Concas assolto: non l’ha uccisa. Verdetto ribaltato dopo 8 anni

Modena, per la corte d’Appello nessuna prova che appiccò il rogo: resta la condanna solo per il furto nell’abitazione. La tesi della difesa: “Morì inalando monossido di carbonio”. La procura generale potrebbe fare ricorso

Pasquale Concas, nel tondo Elena Morandi. Il suo cadavere fu trovato il 29 settembre del 2017 all’interno del suo appartamento bruciato di via Boccabadati

Pasquale Concas, nel tondo Elena Morandi. Il suo cadavere fu trovato il 29 settembre del 2017 all’interno del suo appartamento bruciato di via Boccabadati

Modena, 24 marzo 2025 – Era il 29 settembre del 2017 quando il cadavere dell’avvocatessa Elena Morandi fu trovato all’interno del suo appartamento di via Boccabadati.

Secondo la pubblica accusa ad ammazzarla era stato Pasquale Concas, ritenuto fino a ieri il serial killer modenese: avrebbe agito – veniva sostenuto – per rubare alla vittima, con la quale aveva una frequentazione, il computer e pochi spiccioli, approfittandosi del suo stato di ubriachezza, che la rendeva ancora più fragile.

Oggi, però, la Corte d’Assise D’Appello ha ribaltato la precedente sentenza all’ergastolo, assolvendo Concas dall’accusa di omicidio volontario.

Parliamo del magazziniere 53enne originario di Osilo già in carcere a seguito di una condanna a 24 anni per l’omicidio della prostituta Arietta Mata, avvenuta a Gaggio di Castelfranco ad inizio del 2018.

In passato l’uomo era stato condannato per il delitto di un’altra donna, avvenuto a Olbia nel 1994 sempre a scopo di rapina.

Secondo la pubblica accusa, a seguito di certosine indagini della squadra mobile era stato sempre Concas ad uccidere l’avvocatessa 56enne, trovata cadavere nella sua abitazione di Modena il 29 settembre 2017 per sottrarle una somma di 300 euro prima di appiccare il fuoco all’appartamento della vittima con l’obiettivo di simulare un incendio.

Lo scorso aprile, però, la prima sezione della Corte Suprema, a seguito del ricorso presentato dalla difesa, aveva annullato la sentenza della corte d’Assise d’Appello di Bologna, rinviando alla stessa per revisione e quindi nuovo giudizio.

Oggi si è svolta l’udienza dinanzi alla corte d’Assise d’Appello e sono stati sentiti in aula un ingegnere esperto di incendi, lo specialista in dermatologia del centro grandi ustionati dell’Ausl e il medico legale che fu sin da subito indicato dal pm.

Il procuratore generale, al termine della discussione ha chiesto la conferma della sentenza all’ergastolo emessa dal gup di Modena e confermata dall’Appello D’Assise, poi annullata dalla Cassazione.

La difesa, nella persona dell’avvocato Alessandro Betti ha chiesto l’accoglimento della impugnazione e quindi la riforma della sentenza, con l ‘assoluzione dell’imputato.

La corte, dopo tre ore di camere di consiglio ha accolto in parte l’impugnazione della difesa, emettendo sentenza di riforma e assolvendo Concas dall’accusa di omicidio volontario e incendio.

Il reato di rapina ai danni della vittima è stato invece riqualificato in furto in abitazione, con conseguente condanna ad un anno e quattro mesi.

“Abbiamo sostenuto come non vi fossero gli elementi per dire che Concas avesse appiccato l’incendio quel giorno, quindi che non fosse imputabile a lui il rogo – afferma il legale –. C’erano elementi anomali riguardo la sottrazione del pc, del cellulare e dei soldi e tutto al più – a nostro avviso – poteva essere contestato al mio assistito il reato di furto in abitazione. La Corte ha accolto le deduzioni logiche poste da questa difesa, anche all’esito delle integrazioni probatorie.

La morte di Elena Morandi – conclude – avvenne per inalazione di monossido e non per altri motivi. La difesa è contenta del risultato raggiunto”.

La corte ha preso novanta giorni per le motivazioni ed è plausibile che la procura generale ora presenti ricorso in Cassazione.