"Oggi l’Amministrazione comunale sta utilizzando un autovelox che non può utilizzare. Questo è un dato di fatto. Lo scorso 11 settembre abbiamo inviato una diffida a sindaco e prefetto di Modena affinchè fossero sospesi i rilevatori ancora in uso ma così non è stato. Il prefetto ci ha risposto che, ’attesa la complessità della fattispecie, sono stati avviati tutti i dovuti approfondimenti’. Non sappiamo quanti siano i ricorsi in tutto ma abbiamo preso in considerazione Modena proprio perché le richieste di ricorso ci stanno sommergendo: quegli autovelox non possono essere utilizzati poiché non sono omologati; punto". Così tuona il presidente nazionale di Altvelox, associazione nazionale Tutela utenti della strada Gianantonio Sottile Cervini rispetto al ‘caso’ T-Exspeed. A seguito infatti di una inchiesta il gip di Cosenza ha disposto il sequestro preventivo, in tutta Italia, degli autovelox T-Exspeed v.2.0. dal momento che le indagini hanno dimostrato non solo la mancata omologazione del ‘macchinario’, ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento. A Modena il velox è piazzato all’uscita 6 della tangenziale, in direzione Bologna. "A Formigine l’utilizzo è stato sospeso – sottolinea Cervini – ma a Modena no e abbiamo risposto al prefetto che riteniamo necessario un intervento immediato per ripristinare la legalità anche qui altrimenti, come già fatto per altre realtà analoghe, procederemo con denuncia. Siamo in contatto con il perito che ha seguito la questione – spiega – e come Modena anche Vicenza non lo ha spento affermando che il prototipo è stato regolarmente depositato. Ma vorrei ricordare che il prototipo è composto da più parti, telecamera, registrazione dati etc e, ad esempio, a Roma hanno depositato solo la fotocamera. Abbiamo quindi chiesto al Ministro di far luce sul perchè in alcune città lo strumento sia stato sequestrato e in altre no, come a Modena appunto e sappiamo che si è già attivato. Intanto le sanzioni continuano a fioccare: qualcuno una risposta dovrà darla prima o poi perchè ribadiamo che l’azienda produttrice è sempre la stessa e il modello è unico. Non si può continuare a fare sanzioni se lo strumento è illegale" - conclude.
Valentina Reggiani