Automotive, ora un piano europeo

Il segretario nazionale Fim e il vicesegretario vicario del Pd esprimono preoccupazione per la mancanza di interventi europei e italiani nel settore automobilistico, evidenziando la concorrenza cinese e la necessità di un fondo europeo

Automotive, ora un piano europeo

Il presidio di martedì davanti alla Maserati

Modena, 7 novembre 2024 – "La questione delle limitazioni definite a livello europeo, col green deal, doveva essere accompagnata già da molti anni da una serie di interventi per rendere sostenibile, dal punto di vista sociale e industriale, questo passaggio tecnologico epocale". Così il segretario nazionale Fim Ferdinando Uliano l’altro giorno a Modena. "Tutto quello che non è stato definito a livello europeo e non è stato per nulla affrontato in Italia lo ha fatto – continua Uliano – la Cina con un approccio sistematico all’elettrico: i cinesi hanno operato per la dotazione delle infrastrutture (batterie, semiconduttori, elettronica per la connettività), per la guida autonoma". Il risultato, sottolinea il sindacalista, "è che la Cina è in surplus produttivo sull’elettrico e sta aggredendo i mercati europei con una vera operazione di dumping. Il problema non è solo italiano. C’è la necessità di costruire un fondo europeo, una sorta di Next generation Eu per l’automotive".

Sulla visita di Tavares si è espresso anche il vicesegretario vicario del Pd Carmelo Belardo: "Nell’esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori, diciamo che non ci accontenteremo di rassicurazioni di circostanza in quanto lo smantellamento del centro ricerche di via Emilia Ovest e la cassa integrazione di questi mesi sono ferite profonde che minano la nostra fiducia in un management che sembra incapace di garantire il futuro di un marchio storico nel cuore della motor valley".