di Gianpaolo Annese
’Buongiorno a tutti!’, esordisce allegro uno dei due robot investiti di una missione speciale: facilitare le visite mediche di pazienti autistici e con disabilità intellettive. Gino e Ugo – questo è il loro nome – sono stati presentati ieri pomeriggio alla Camera di commercio nel convegno sull’impiego di umanoidi nelle strutture ospedaliere per l’accoglienza delle persone. Un progetto di collaborazione tra famiglie e sanità organizzato dall’associazione Aut aut Modena Aps, Cardiologia-programma Pascia e il Tortellante. "Attraverso le abilità, la gestualità di questi nanetti – li chiama affettuosamente la cardiologa Maria Grazia Modena – sono in grado di accrescere la comunicazione con persone che spesso non parlano e hanno molta difficoltà a interfacciarsi con il personale medico. Il nostro impegno come cardiologia è sempre stato orientato sulla telemedicina e il legame con il sociale, con la disabilità tra cui appunto persone autistiche, con la sindrome di Down, con problemi cerebrali. Per noi è importante allacciare un rapporto diretto con le famiglie". A spiegare il progetto tra gli altri, oltre alla dottoressa Modena, sono stati Erika Coppelli del Tortellante, Andrea Lipparini di Aut Aut, Pietro Alberti, ingegnere elettronico esperto di robotica educativa di CompuStore Academy. È intervenuto anche il rettore dell’università di Modena Carlo Porro che ha espresso compiacimento per l’iniziativa.
Con Gino e Ugo non può che essere simpatia a prima vista, si lasciano subito voler bene. Sanno parlare, camminare, ascoltare. Anche danzare all’occorrenza per rilassare con movimenti Thai Chi in perfetta sintonia con la musica chi deve affrontare per esempio una visita cardiologica. "È apprezzabile - ha spiegato l’ingegner Alberti durante la simulazione – la loro capacità di movimento, l’equilibrio: sono assolutamente in grado di svolgere il ruolo di facilitatori, aiutanti, assistenti, mettono a proprio agio chi deve sostenere una visita ed è stato sperimentato che quando sono in azione riducono lo stato d’ansia dei pazienti".
I robot – è stato specificato durante il pomeriggio – "possono supportare i bambini e gli adulti con autismo nel riconoscimento delle emozioni, migliorando ad esempio la capacità di espressione facciale. È stato pure osservato che l’utilizzo di robot simil umani può incentivare la condivisione e la comunicazione, portare al miglioramento della comprensione delle interazioni verbali e non, come il contatto visivo o i gesti come indicare, etichettare o toccare".
Non solo cardiologia comunque. Sapendo che i percorsi ospedalieri per le persone con autismo, bambini e adulti, possono mettere in serie difficoltà operatori sanitari e famigliari, oltre che la stessa struttura sanitaria, l’obiettivo del progetto è anche quello di ampliare nel tempo le aree sanitarie ospedaliere disponibili ad essere coinvolte in questo programma.
E d’altronde l’utilizzo dei due robot intende "essere indirizzata non solo all’accoglienza e alla predisposizione e attuazione dei percorsi diagnostici e di cura dei bambini e adulti con disturbi dello spettro autistico ma anche delle persone con disabilità intellettive che in comune con l’autismo possono condividere difficoltà nel linguaggio, nella comprensione e nel comportamento".