Ausl Modena, scatta l’esposto: “Sperpero di risorse per il continuo ricorso a personale esterno”

Platis, vice coordinatore regionale di FI, si rivolge alla Corte dei Conti. Nel mirino l’impiego di medici di cooperative private nei Pronto soccorso: “L’Ausl non fa corsi di formazione”. La replica: “Dipende dalla Regione”

Alcuni medici dell'Ausl e nel riquadro Antonio Platis (Forza Italia)

Antonio Platis (Forza Italia)

Modena, 1 ottobre 2024 – Non c’è pace per la sanità modenese. Alle polemiche ora fa seguito un esposto, depositato alla Corte dei Conti da Antonio Platis, vice coordinatore regionale FI e candidato alle elezioni regionali.

Il tema centrale è il ricorso, diventato consuetudine, alle cooperative private, dunque a medici e personale esterno all’Ausl nei Pronto soccorso. Secondo Platis, tutto ciò è uno sperpero di denaro (1641 euro a singolo turno in favore delle cooperative private) mentre da tempo “l’Azienda sanitaria non forma personale all’Emergenza-urgenza”. “Dal 2006 ad oggi l’Ausl di Modena – sottolinea Platis – non ha mai organizzato un corso abilitante per i medici di Emergenza-urgenza, ma ha partecipato a traino di un’altra provincia. Addirittura, nel 2023, quando il ricorso alle cooperative private di medici era ancora altissimo, nessuna Ausl in Regione ha indetto il corso”.

Dati – sottolinea Platis – che emergono “dalla risposta fornita dalla dirigente Anna Maria Petrini dell’Ausl di Modena alla mia interrogazione”. Platis aveva già annunciato un esposto alla Corte dei Conti “visto il continuo ‘reclutamento’ di cooperative private ed i tanti soldi spesi per pagare medici e operatori esterni, non avendo il personale sufficiente a coprire i turni. I nuovi dati ottenuti dall’ultima risposta Ausl sono stati inseriti e formalizzati nell’esposto depositato in data odierna (ieri, ndr)”. A ciò – fa presente – si aggiungono due ulteriori criticità “che hanno portato all’abbandono di numerosi medici di Pronto soccorso. Il corso per medici di Medicina generale non è organizzato in modo part-time, ma richiede un impegno significativo costringendo diversi medici dell’Emergenza-urgenza a licenziarsi per frequentarlo. L’organizzazione del corso è una competenza esclusiva della Regione che ha scelto scientemente di non andare incontro alle richieste dei sanitari. Si parla di circa 50 professionisti in regione che hanno optato di rinunciare al PS per frequentare questo corso che il PD ha voluto solo a tempo pieno. Infine, avevo sollecitato l’applicazione del contratto sanitario nazionale per proporre ai medici specialisti ambulatoriali di lavorare anche negli ambulatori del PS, ma l’Ausl ha risposto di non averlo mai fatto, quando vogliono invece impiegare il medico di emergenza sanitaria territoriale 118 in Pronto soccorso. Un controsenso. Ho deciso quindi di ricorrere alla Corte dei Conti – spiega Platis – perché credo che qualcuno debba dare indietro ai cittadini emiliano romagnoli tutti quei soldi che vengono dati alle cooperative – ha rimarcato Platis – parliamo di medici privati che, per coprire i turni del PS, chiedono oltre 1.600 euro a notte. Un grave sperpero di denaro”. Platis contesta dunque probabili “mancanze dell’Ausl”.

Pronta la risposta dell’azienda: “La formulazione del programma del corso di idoneità all’esercizio dell’attività di Emergenza è definita dalla Regione la quale, una volta rilevato il fabbisogno formativo di ciascuna Azienda, pubblica sul Bollettino Ufficiale un avviso contenente criteri di accesso e modalità di partecipazione. L’effettiva organizzazione del corso è rimessa alle Aziende, anche in forma congiunta tra loro. Un modello, questo, evidentemente più rispondente ai canoni di efficienza ed economicità. L’Ausl di Modena ha sempre rappresentato, nell’ambito di tale organizzazione, il proprio fabbisogno formativo”. Per quanto riguarda la “mancata attivazione, da parte della Regione, del corso di formazione specifica in Medicina Generale in modalità part-time (facoltà – non obbligo – riconosciuta alle Regioni), non ha comportato alcuna limitazione o impedimento al conferimento di incarichi di tipo convenzionale per l’Emergenza sanitaria territoriale”. L’Ausl sottolinea “la possibilità di partecipazione alla didattica teorica anche mediante strumenti telematici a distanza”, oltre ad altre forme di agevolazione per il medico che lavora.

Rispetto all’impiego di “medici specialisti ambulatoriali negli ambulatori del PS, da contratto nazionale specifico non rientra la presa in carico dell’utenza nell’ambito del sistema di Emergenza-urgenza. Ciò è diverso per il medico dell’emergenza territoriale, poiché limitatamente ad esso la Regione ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali un accordo che ne consente anche l’impiego nei Pronto soccorso”.