
Gianpaolo Annese con il libro ’Attraverso la siepe - Leopardi si racconta a mia figlia’
Perché Giacomo Leopardi dovrebbe scrivere una lettera ai ragazzi di oggi? "Perché lui era un intellettuale dell’Ottocento ma ragionava come un uomo del Duemila. E gli interrogativi che si poneva sono gli stessi che rivedo in tanti ragazzi", mi fa notare Gianpaolo Annese, collega e amico giornalista del Carlino, che proprio in questi giorni tiene a battesimo un suo libro molto particolare, "Attraverso la siepe. Giacomo Leopardi si racconta a mia figlia" (edizioni Etabeta), un dialogo aperto che viaggia nel tempo e ci rivela – una volta di più – la forza della grande poesia, capace di parlare al di là dei secoli, a tutte le generazioni.
"Sono stato sempre appassionato di Leopardi, e soprattutto delle sue ‘Operette morali’ e degli scritti dello ‘Zibaldone’ – confida Annese –. E così ho pensato di trasmettere ai più giovani la curiosità verso il poeta, andando a cercare quei temi in cui possano identificarsi. Ma non volevo scrivere un trattato o un saggio: ho immaginato che fosse proprio lui, Leopardi, a indirizzare una lettera a mia figlia Fabrizia, liceale quattordicenne".
Il libro – originale e intrigante – si muove dunque su due piani paralleli che si alternano di capitolo in capitolo. Lungo un binario alcuni personaggi, liberamente ispirati alle figure che il poeta ha evocato nelle sue opere – Gea, la Natura, e sua figlia Gaia, l’ammiraglio Gutierrez, lo scienziato Salimbeni – prendono vita nella narrazione, si raccontano, discutono, sognano, lottano. Sull’altro binario è Giacomo Leopardi a scrivere e parlare direttamente a Fabrizia, consegnandole qualche pillola di filosofia e di sapienza.
"Il pensiero di Leopardi è sempre sfidante – osserva Annese –, e le sue domande continuano a scuotere le nostre coscienze. Sono le stesse che si pongono i ragazzi di oggi, alle prese con incertezze, senso di smarrimento, ansie. Perché desideriamo la felicità se non riusciamo mai a raggiungerla? Perché l’attesa è sempre più bella del suo fine? Perché l’unico momento in cui sembriamo felici è quando scampiamo un pericolo (come un’interrogazione a scuola...)? E come si fa a capire quale sia la nostra vocazione? Qual è la traccia che lasciamo nel mondo?". Risposta non c’è, almeno nel libro. Di certo da Leopardi tutti noi (e non soltanto i giovani) possiamo ricevere alcuni profondi insegnamenti. "Per esempio la capacità della ginestra di resistere nelle avversità, e la ‘social catena’, il senso di comunità che ci fa aiutare a vicenda, perché nessuno si salva da solo. Non a caso, l’idea di questo libro mi è nata proprio durante il periodo del Covid, quando un piccolo virus è riuscito a mettere in ginocchio un intero sistema sociale ed economico", sottolinea Gianpaolo Annese.
E poi, certamente, Leopardi invita tutti, e soprattutto i giovani, a coltivare le illusioni, i sogni, i desideri: "Non c’è niente di male – scrive Leopardi, ‘doppio’ di Annese, nella lettera a Fabrizia – . Le illusioni non sono vacue immagini destinate a diradarsi, come si pensa, ma materia viva e vera. Anzi, l’unica reale sostanza".
Meglio lanciarsi in un’avventura rischiosa piuttosto che stare a poltrire nella noia. E insieme alle illusioni, bisogna sempre mettere in moto l’immaginazione, quella che ci porta lontano e può trasformare la nostra vita. "Tutte le idee e i valori nascono con l’uomo", è il pensiero di Annese - Leopardi. Ma bisogna crederci fino in fondo, e anche a Fabrizia le insegnanti hanno raccomandato di confidare di più nei propri mezzi. Al coraggio, alle idee, all’inventiva dei giovani è affidato il futuro: loro potranno vederlo, attraversando la siepe. E sarà infinito.