STEFANO MARCHETTI
Cronaca

"Attraverso la siepe cercando la felicità"

Annese ha scritto un diario immaginando Leopardi che scrive alla figlia adolescente. "Le domande di allora sono le stesse di oggi"

Gianpaolo Annese con il libro ’Attraverso la siepe - Leopardi si racconta a mia figlia’

Gianpaolo Annese con il libro ’Attraverso la siepe - Leopardi si racconta a mia figlia’

Perché Giacomo Leopardi dovrebbe scrivere una lettera ai ragazzi di oggi? "Perché lui era un intellettuale dell’Ottocento ma ragionava come un uomo del Duemila. E gli interrogativi che si poneva sono gli stessi che rivedo in tanti ragazzi", mi fa notare Gianpaolo Annese, collega e amico giornalista del Carlino, che proprio in questi giorni tiene a battesimo un suo libro molto particolare, "Attraverso la siepe. Giacomo Leopardi si racconta a mia figlia" (edizioni Etabeta), un dialogo aperto che viaggia nel tempo e ci rivela – una volta di più – la forza della grande poesia, capace di parlare al di là dei secoli, a tutte le generazioni.

"Sono stato sempre appassionato di Leopardi, e soprattutto delle sue ‘Operette morali’ e degli scritti dello ‘Zibaldone’ – confida Annese –. E così ho pensato di trasmettere ai più giovani la curiosità verso il poeta, andando a cercare quei temi in cui possano identificarsi. Ma non volevo scrivere un trattato o un saggio: ho immaginato che fosse proprio lui, Leopardi, a indirizzare una lettera a mia figlia Fabrizia, liceale quattordicenne".

Il libro – originale e intrigante – si muove dunque su due piani paralleli che si alternano di capitolo in capitolo. Lungo un binario alcuni personaggi, liberamente ispirati alle figure che il poeta ha evocato nelle sue opere – Gea, la Natura, e sua figlia Gaia, l’ammiraglio Gutierrez, lo scienziato Salimbeni – prendono vita nella narrazione, si raccontano, discutono, sognano, lottano. Sull’altro binario è Giacomo Leopardi a scrivere e parlare direttamente a Fabrizia, consegnandole qualche pillola di filosofia e di sapienza.

"Il pensiero di Leopardi è sempre sfidante – osserva Annese –, e le sue domande continuano a scuotere le nostre coscienze. Sono le stesse che si pongono i ragazzi di oggi, alle prese con incertezze, senso di smarrimento, ansie. Perché desideriamo la felicità se non riusciamo mai a raggiungerla? Perché l’attesa è sempre più bella del suo fine? Perché l’unico momento in cui sembriamo felici è quando scampiamo un pericolo (come un’interrogazione a scuola...)? E come si fa a capire quale sia la nostra vocazione? Qual è la traccia che lasciamo nel mondo?". Risposta non c’è, almeno nel libro. Di certo da Leopardi tutti noi (e non soltanto i giovani) possiamo ricevere alcuni profondi insegnamenti. "Per esempio la capacità della ginestra di resistere nelle avversità, e la ‘social catena’, il senso di comunità che ci fa aiutare a vicenda, perché nessuno si salva da solo. Non a caso, l’idea di questo libro mi è nata proprio durante il periodo del Covid, quando un piccolo virus è riuscito a mettere in ginocchio un intero sistema sociale ed economico", sottolinea Gianpaolo Annese.

E poi, certamente, Leopardi invita tutti, e soprattutto i giovani, a coltivare le illusioni, i sogni, i desideri: "Non c’è niente di male – scrive Leopardi, ‘doppio’ di Annese, nella lettera a Fabrizia – . Le illusioni non sono vacue immagini destinate a diradarsi, come si pensa, ma materia viva e vera. Anzi, l’unica reale sostanza".

Meglio lanciarsi in un’avventura rischiosa piuttosto che stare a poltrire nella noia. E insieme alle illusioni, bisogna sempre mettere in moto l’immaginazione, quella che ci porta lontano e può trasformare la nostra vita. "Tutte le idee e i valori nascono con l’uomo", è il pensiero di Annese - Leopardi. Ma bisogna crederci fino in fondo, e anche a Fabrizia le insegnanti hanno raccomandato di confidare di più nei propri mezzi. Al coraggio, alle idee, all’inventiva dei giovani è affidato il futuro: loro potranno vederlo, attraversando la siepe. E sarà infinito.