Modena, 16 giugno 2021 - Il piano era stato studiato da tempo, anche attraverso sopralluoghi mirati per decidere con precisione quasi chirurgica dove posizionarsi. Alcuni hanno bloccato il traffico in corsia nord mentre gli altri della banda si preoccupavano di sventrare con un ordigno rudimentale la fiancata sinistra del blindato. La polizia da lunedì sera ha dato il via ad una vera e propria caccia all’uomo per riuscire ad individuare i componenti della banda, almeno quindici persone armate fino ai denti, anche di kalashnikov che intorno alle 20.25 hanno preso d’assalto un portavalori lungo l’autostrada A1, tra Modena e la Valsamoggia.
Assalto al portavalori sull'A1, si indaga anche per tentato omicidio
Parliamo di professionisti che hanno agito a volto travisato e che, incuranti dei tantissimi automobilisti presenti, hanno esploso colpi d’arma da fuoco prima contro le tre guardie, protette dalla carrozzeria del blindato e poi in aria. Accento del sud e ‘freddezza’ di chi il ‘lavoro’ lo conosce bene, i banditi sono fuggiti però senza quei due milioni e mezzo di euro. Ora la procura di Modena ha aperto un fascicolo per tentata rapina aggravata, porto abusivo di armi da guerra, ricettazione di veicoli, essendo risultati quelli dati alle fiamme tutti oggetto di furto e, pare, tentato omicidio.
L’assalto (foto) avviene appunto intorno alle 20.20 di lunedì, quando il blindato, terminato il ‘giro’ delle coop cittadine viene agganciato su entrambi i lati da due mezzi. All’interno soggetti col volto travisato mostrano ai tre vigilantes i mitra, ‘invitandoli’ a fermare il furgone. Il conducente continua la corsa ma, all’altezza di San Cesario, i banditi sparano alla fiancata sinistra del mezzo che, inevitabilmente, sbanda e si schianta contro il new jersey. In pochi secondi la banda è sulla strada: alcuni rapinatori continuano ad esplodere colpi di mitra contro il furgone mentre altri sparano in aria.
Le tre guardie restano immobili nel mezzo mentre altri complici fanno esplodere con un ordignola fiancata del blindato. I malviventi provano ad entrare ma il varco è troppo piccolo per raggiungere le cassette di sicurezza. Intanto arrivano altre auto con a bordo altrettanti rapinatori che minacciano i camionisti obbligandoli a sistemare i mezzi pesanti di traverso per bloccare la circolazione. Contemporaneamente vengono sistemate lunghe bande chiodate sulla carreggiata e fatte esplodere le auto rubate, sulle quali i malviventi avevano poco prima raggiunto l’autostrada. Mentre gli automobilisti si mettono al riparo ai lati della carreggiata, a Castelfranco altri componenti della banda, danno vita all’altra parte del piano, bloccando altri camion diretti verso Nord e minacciando gli autisti.
Non solo: anche in questo caso i rapinatori sistemano sull’asfalto bande chiodate e incendiano altre tre auto. In tutto sono sette quelle date alle fiamme: due all’altezza del portavalori, due a tre chilometri di distanza circa e tre in prossimità dell’area di servizio di Castelfranco dove, nel frattempo, a causa della vicinanza con le vetture in fiamme prendono fuoco due furgoni. I banditi, sotto la minaccia delle armi fanno scendere dalle auto i malcapitati conducenti continuando a sparare in aria e, ovviamente, seminando il panico. Pochi secondi dopo il gruppo di rapinatori decide di raggiunge il resto della banda nell’area di servizio di Castelfranco dove i rapinatori – probabilmente attraversando varchi creati precedentemente nella barriera – fanno perdere le proprie tracce.