
di Maria Silvia Cabri
"Stiamo lavorando ininterrottamente da una settimana per ripristinare il negozio e riaprire mercoledì alla clientela. E’ stato un colpo duro, non ce lo aspettavamo". Marco Bertoli, socio della ‘Bertoli arredamenti’ di via Emilia Est, racconta quell’esperienza che mai avrebbe voluto affrontare: l’esondazione del fiume Panaro, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre scorso, ha infatti fortemente danneggiato non solo le abitazioni e i ristoranti ma anche il grande negozio di arredamenti. Il piano terra è stato completamente invaso dall’acqua che non ha lasciato scampo a tutto quello che ha trovato: basti pensare che solo a livello di cucine, erano 40 quelle esposte.
"I danni sono ingenti – prosegue Bertoli – e la situazione impegnativa, ma da subito ci siamo messi tutti al lavoro e in tempi record abbiamo ripristinato la situazione degli uffici, quella amministrativa, l’e-commerce, spostando tutto al primo piano". Al piano terra, oltre alla sala mostra (inaugurata lo scorso anno) con tutte le cucine di prestigiose firme del Made in Italy, c’erano corner dedicati, divani, tavoli, articoli di pregio. Si sono salvati solo i pensili e gli arredi comunque appesi in alto. A ciò si aggiunge tutta la parte degli uffici: "Quelli amministrativi e degli arredatori. Computer, attrezzature, arredamenti degli uffici stessi sono finiti sott’acqua. Ora abbiamo spostato al primo piano gli uffici, riorganizzando lo spazio nel rispetto delle regole anti Covid, visto che il personale in quel piano passerà da 3 a 20 persone, tutte in rigoroso distanziamento. Abbiamo creato nuove postazioni, con nuovi computer, ripristinato la rete interna e siamo in attesa che sia sistemata quella esterna, saltata sempre a causa dell’esondazione. Un grosso impegno ma la bella notizia è che da mercoledì riapriamo, operativi al 100% come attività lavorativa negozio. A gennaio sistemeremo anche 14 cucine al primo piano, appoggiandoci nel frattempo al punto vendita di Correggio, che è completo sotto ogni aspetto. L’auspicio, con la primavera, è quello di ripartire con il piano terra al completo". "Quella terribile notte – ricorda Bertoli – sono stato svegliato alle 5 perché era suonato l’allarme. L’acqua aveva già raggiunto il livello massimo, 40 centimetri. Mi sono recato a Modena, ho fermato la macchina e sono andato a piedi ma era impossibile entrare. Nel primo pomeriggio grazie alla Protezione civile sono riuscito ad entrare: non ho potuto fare altro che costatare quello che l’acqua aveva fatto. Lunedì ha iniziato a defluire e ci siamo subito attivati con tutte le operazioni di ripristino necessarie. Abbiamo aperto il punto vendita a Modena dalla metà degli anni Novanta e non era mai successa una cosa simile. Almeno una volta all’anno si allagano le campagne ma noi siamo a 40 centimetri dal livello stradale che a sua volta è a 30 centimetri dalla campagna. Per questo reputo che non sia possibile che nel 2020 si allaghino città e insediamento industriali: è una situazione da ‘medioevo’. La nostra Regione, che eccelle sotto tanti aspetti, deve trovare una soluzione".