Secondo l’accusa hanno maltrattato per oltre dieci anni un anziano, approfittando della sua fragilità e impossessandosi via via di tutti i suoi beni. Ora una coppia di rumeni deve rispondere davanti alla legge di maltrattamenti e circonvenzione d’incapace. Ieri mattina per l’uomo è stato incardinato il rito abbreviato mentre per la moglie è stata fissata l’udienza preliminare.
Contestualmente è stata ammessa la costituzione di parte civile su incarico della vittima e dall’amministratore di sostegno, nominato nel frattempo. La vicenda è avvenuta a Mirandola e ha ‘origini’ lontane. Secondo quanto ricostruito durante le indagini, il pensionato settantenne, difeso dall’avvocato Tietto, aveva conosciuto oltre dieci anni fa la donna rumena e odierna imputata mentre era alla ricerca di una badante per i propri genitori. La stessa era via via riuscita a carpire la sua fiducia, tanto da trasferirsi nell’abitazione dell’anziano con tutta la sua famiglia: marito e figli compresi al fine, a suo dire, di aiutarlo nelle faccende domestiche. Da quel momento per l’anziano, residente a Mirandola – in base alla denuncia presentata – era iniziato un vero e proprio incubo. Secondo l’anziano i due coniugi lo avevano costretto spesso a vivere all’interno della propria camera senza poter neppure utilizzare il bagno. Il pensionato ha denunciato anche di essere stato costretto a mangiare solo ‘gli scarti’ di cibo della famiglia di rumeni e di essere stato anche aggredito fisicamente. In base a quanto sostenuto dall’accusa i coniugi si sarebbero infine appropriati della pensione della vittima facendola indebitare per oltre centomila euro. Diversa la tesi avanzata dalla difesa, secondo la quale gli imputati, circa una quindicina di anni fa, dopo avere conosciuto l’anziano furono invitati proprio dall’uomo, in quanto solo, ad abitare nella casa di quest’ultimo e da allora fino all’anno scorso e senza prendere un solo quattrino, la signora rumena avrebbe svolto lavori di domestica all’interno della casa.
Valentina Reggiani