VALENTINA REGGIANI E FRANCESCO VECCHI
Cronaca

Anziana strangolata a Spezzano (Modena), Lorenzo Carbone resta in carcere: “E’ sotto choc ma stiamo ricostruendo l’accaduto”

I legali del figlio della vittima, che ha confessato in diretta tv di averla uccisa, parlano di “profonde fragilità”: in cella sarà monitorato il suo stato psichico

Modena, 25 settembre 2024 – Lorenzo Carbone resta in carcere. Il gip Carolina Clò non ha convalidato il fermo del 50enne che avrebbe ucciso la madre ottantenne Loretta Levrini a Spezzano di Fiorano, non ravvisando il pericolo di fuga o di inquinamento probatorio, ma ha comunque disposto il carcere.

Il provvedimento a fronte della gravità del fatto confessato da Carbone direttamente davanti ai giornalisti una volta tornato all’abitazione dove è stata trovata l’anziana morta e per il sussistente rischio di reiterazione. Il 50enne resta dunque in cella, dove sarà vigilato per monitorare il suo stato psichico. Domani l’incarico ai periti per l’esecuzione dell’autopsia sul corpo dell’anziana.

Il movente

La convinzione di non essere più in grado di gestire l’anziana madre, affetta da demenza senile e altre patologie e la volontà di cercare per la pensionata una struttura adeguata. Decisione non condivisa, pare, dalla famiglia. Sarebbe questo il movente dietro al tragico delitto familiare avvenuto domenica a Spezzano di Fiorano, quando il 50enne Lorenzo Carbone, ha ucciso la madre Loretta Levrini, 80 anni, strangolandola con un laccetto.

La confessione di Lorenzo Carbone che ha ucciso la madre Loretta Levrini, 80 anni, strangolandola con un laccetto
La confessione di Lorenzo Carbone che ha ucciso la madre Loretta Levrini, 80 anni, strangolandola con un laccetto

Questa mattina, alle 9.15 in carcere è prevista l’udienza di convalida per il presunto assassino che, dopo la confessione rilasciata all’inviato Mediaset lunedì pomeriggio, ha invece preferito il silenzio davanti agli inquirenti. La procura, ritenendo sussistenti i pericoli di fuga e di reiterazione del reato da parte dell’indagato ha chiesto la misura cautelare in carcere: sarà il giudice, oggi, a decidere al termine dell’udienza di convalida del fermo.

“E’ ancora molto provato dall’accaduto – hanno affermato ieri gli avvocati dell’uomo, Giuseppe Rizzo e Giuliana Salinitro – Stiamo cercando di ricostruire passo per passo quelli che sono stati gli accadimenti. E’ davvero provato e nei momenti di lucidità stiamo cercando di ricostruire quanto accaduto. Ha preferito non parlare davanti ai carabinieri, una volta portato in caserma: era sotto choc. Si tratta di una persona vulnerabile, che va trattata con tutte le accortezze del caso. Non riteniamo sia fuggito, tant’è che è rientrato a casa. Sicuramente ci sono accertamenti in corso, sia da pare nostra sia da parte di chi fa le indagini per avere un quadro clinico il più preciso possibile viste le fragilità dimostrate”.

La procura contesta a Carbone l’omicidio volontario aggravato dall’aver commesso il fatto nei confronti della mamma approfittando della minorata difesa dell’anziana. Era stata la sorella maggiore a dare l’allarme e a trovare l’anziana senza vita nel letto, con un chiaro ‘segno’ di strangolamento nel collo, provocato da una corda, ricavata dai nastri delle federe.

Nel frattempo i carabinieri hanno appurato come il figlio si fosse allontanato con diversi contanti nel portafogli: un atteggiamento sospetto tenendo presente come l’uomo fosse stato descritto dai familiari e dai vicini come una persona molto protettiva con la mamma e che, raramente, si allontanava da sola da casa.

Pare che la famiglia avesse discusso nei giorni precedenti proprio perché Lorenzo si diceva non più in grado di gestire l’anziana madre, tanto da aver pensato di inserire la pensionata in una struttura. Secondo i primi accertamenti svolti dagli uomini dell’arma, il delitto - ma solo l’autopsia potrà stabilirlo con certezza - sarebbe avvenuto in mattinata.

“Lui aveva un rapporto con la madre molto forte; era un bambino, è sempre stato iper protetto dai genitori – ha detto ieri alle telecamere di Mediaset il cognato dell’uomo – vorrei solo dirgli che stia tranquillo, non ce l’abbiamo con lui. Lo abbiamo già perdonato”. A chiamare i carabinieri, lunedì pomeriggio, quando Carbone è tornato a casa è stata una vicina di casa. “Lui mi ha visto, mi ha guardato negli occhi; era spaventato. L’unica persona che conosceva ero io, che l’ho riconosciuto subito ma non gli ho detto nulla perché avevo paura che si allontanasse di nuovo; così ho chiamato i carabinieri”.

Pochi istanti dopo la confessione dell’indagato davanti alle telecamere di Pomeriggio Cinque.