STEFANO MARCHETTI
Cronaca

Andreoli "Il pressappoco malattia moderna"

Lo psichiatra presenta oggi al Bper Forum il suo ultimo saggio: "Come si può riscoprire la forza del pensiero preciso e ordinato?"

Lo psichiatra Vittorino Andreoli

Lo psichiatra Vittorino Andreoli

La precisione, la puntualità, l’accuratezza oggi sono talora considerate come una forma di ossessione. Perché a vincere, nel nostro tempo, sono la velocità, l’hic et nunc, il tutto e subito: dilagano la fretta, la superficialità, il minimo indispensabile. Sì, questa è "La società del pressappoco", avverte il celebre psichiatra Vittorino Andreoli nel suo nuovo libro edito da Solferino: lo presenterà oggi pomeriggio alle 17.30 al Bper Forum Monzani (anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale Youtube del Forum).

Il professore esamina con acume e nitidezza un fenomeno purtroppo assai diffuso, a tutti i livelli: "Abbiamo ridotto tutto al tempo reale e rispondiamo soltanto all’attimo presente – ha sottolineato in un’intervista –, quindi non abbiamo tempo di pensare. Il nostro cervello, che avrebbe la funzione di elaborare il pensiero, finisce per essere soltanto un organo sensoriale: riceve stimoli e subito dà risposte".

Tutto questo è un riflesso (causa o conseguenza?) dell’epoca attuale, fatta di precarietà e di incertezza. Tutto è rapido, fugace, non c’è più il senso della durata e del tempo che crea legami: "Anche quando nasce una relazione, ci si chiede quanto potrà resistere", aggiunge Andreoli. Addirittura – come purtroppo la cronaca ci ha mostrato – "si è arrivati a uccidere senza sapere il perché, solo come risposta immediata a uno stimolo negativo. Perfino un’azione gravissima viene privata del suo significato".

Dunque – sottolinea ancora lo psichiatra – il pressappoco ci minaccia poiché la delinquenza nel contesto sociale è diventata ‘normale’ e la legge un riferimento per evaderla.

Questo percorso è praticamente un arretramento rispetto a tutto ciò che la civiltà aveva portato di bene. "Stiamo regredendo a una condizione in cui perfino la consapevolezza è diventata difficile", dice Andreoli. E in tutte queste dinamiche le nuove tecnologie hanno un ruolo fondamentale, e soprattutto i più giovani ne vengono influenzati. "Se non c’è più la percezione del tempo e vige soltanto il ‘qui e ora’, manca il senso del futuro, e i ragazzi non riescono più a concepire il futuro". Nella virtualità che sta prendendo piede si disperde anche la nostra identità: con il metaverso – fa notare Andreoli – noi stessi entriamo nel virtuale tramite un avatar e quindi finiamo per scappare dal mondo. Rischia di diventare quasi una forma di schizofrenia.